Pastorella: "Per la Roma mi è venuto naturale realizzare cose da romanista, lo sono da sempre"

Pastorella: "Per la Roma mi è venuto naturale realizzare cose da romanista, lo sono da sempre"
© foto di Vocegiallorossa.it
mercoledì 3 aprile 2024, 19:20Interviste
di Marco Campanella

In esclusiva su Inforoma24 è uscita un'intervista di Francesco Pastorella, ex direttore del dipartimento Sustainability & Community Relations della Roma. Ecco le sue parole: 

Quali sono state le principali iniziative di sostenibilità che ha guidato durante il suo mandato alla AS Roma?
“Ancor prima delle iniziative mi piace sottolineare il “modello” che abbiamo creato insieme alla comunità composta da tifosi, Roma Club, dipendenti AS Roma, associazioni, società sportive dilettantistiche, istituzioni, comunicazione locale e nazionale. Tutti uniti da quell’immenso amore che proviamo per la AS Roma, che ci motiva a fare cose che nessun altro potrebbe indurci a realizzare. Le chiavi di volta sono state due: 
1) Modificare radicalmente il rapporto con il tifoso che, mentre prima assisteva entusiasta all’evento che la sua Roma organizzava, adesso partecipa in prima persona, attraverso quelli che mi piace chiamare “social radar sopra menzionati, all’analisi delle problematiche, alle proposte progettuali, alla preparazione ed alla realizzazione stessa delle iniziative, divenendo così essenziale nel processo, sentendosi, a ragione, parte integrante di quel progetto che prima poteva solamente guardare ed apprezzare. 
2) Programmare e realizzare le iniziative tutto l’anno, alcune per anni in maniera costante e dare così continuità all’azione, al messaggio ed a volte, al cambio di cultura che i nostri tifosi hanno sempre accettato con entusiasmo.
I punti cardine sono stati:
1) Protocollo Intesa con Roma Natura che include non soltanto iniziative ma progetti stabili e continuativi che hanno coinvolto migliaia di studenti dalla scuola primaria all’università,  educandoli non soltanto a rispettare l’ambiente che li circonda ma ad agire per preservare le risorse naturali e l’ambiente per le generazioni future, assicurando al contempo il benessere delle persone nel presente. 
2) A livello internazionale menziono i protocolli di intesa con Nazioni Unite e World food program nonché gli accordi con i governi Ungherese ed Albanese in occasione delle finali delle coppe per la realizzazione di iniziative in quelle nazioni non soltanto nel periodo pre finale, ma durature nel tempo”.

Come ha lavorato per integrare i valori di sostenibilità nella cultura del club e tra i tifosi?
“Sono stato scelto dai Friedkin per avvicinare la Società alla Città. Il gruppo Friedkin presenta nel proprio DNA valori di sostenibilità (basti guardare alle aziende del gruppo) per cui non è stato per nulla difficile farmi approvare le iniziative che proponevo. La sostenibilità non si occupa esclusivamente di ambiente, ma tocca argomenti trasversali quali città e comunità sostenibili, inclusività , parità di genere, istruzione di qualità, consumo responsabile; tutti argomenti che se ci pensiamo bene, fanno parte del nostro quotidiano e sui quali, nel nostro piccolo possiamo direttamente incidere. A scuola di tifo, Toys day, calcio con il cuore, superiamo gli ostacoli , supporto Roma calcio amputati e Roma calcio non vedenti, sono solo alcuni dei progetti che ormai da anni vengono sostenuti dalla AS Roma per la comunità”.

Quali sfide ha incontrato nel promuovere progetti di sostenibilità in un ambiente sportivo come il calcio?
“Qualsiasi società di calcio ha la necessità di tenere i conti a posto, di incrementare le revenues e ridurre i costi. Deve costantemente ottimizzare processi e procedure, effettuare un meticoloso controllo di gestione e vagliare con attenzione ogni tipo di investimento. Al contempo ha la responsabilità non soltanto di rappresentare una grande parte della Comunità , ma di dover dare l’esempio, perché ha la possibilità di influenzare positivamente i propri tifosi. La sfida più grande è stata quella di riuscire a far comprendere che i fondi utilizzati per la sostenibilità sono un investimento non soltanto economico, ma anche sociale e non devono essere considerati costi. A tal proposito mi fa piacere menzionare l’accordo con Toyota, nato subito dopo la finale di Tirana, quando insieme al mio caro amico dott. Mauro Caruccio, già CEO Toyota Italia, attualmente CEO Toyota financial & Kinto,  abbiamo deciso di presentare alle rispettive proprietà l’opportunità di finanziare iniziative di sostenibilità sociale tra le quali Superiamo gli ostacoli – Unstoppable che, grazie al servizio di navetta gratuita con autista, sta ancora consentendo  il trasporto di:
1)Non vedenti ed amputati verso campo di allenamento  
2)Donne vittime di violenza verso psicologi e visite mediche
3)Disabili non deambulanti verso lo stadio
4)Anziani verso ambulatori”.

Può condividere un esempio di come ha coinvolto la comunità locale in un’iniziativa del club?
“Donazione sangue in tutto il mondo il 14 febbraio, grazie alla capillarità ed alla disponibilità dei nostri Roma Club. Vaccinazioni post Covid. Supporto popolazione istituzioni e forze dell’ordine periodo Covid. Attraverso club raccolta vestiario e beni prima necessità bambini ucraini con Nazioni Unite”.

Qual è stato il suo approccio per misurare l’impatto delle attività di sostenibilità del club?
“All’inizio della nostra avventura non si pensava minimamente a monitorare le iniziative, eravamo i primi a realizzare iniziative sostenibili impattando un numero considerevole di persone. I primi ad aver scoperto la forza del calcio e l’influenza positiva che possono avere sui tifosi. Nel corso degli anni abbiamo chiesto supporto a società esterne specializzate che ci hanno aiutato a parametrare e misurare gli enormi risultati ottenuti grazie al grandissimo cuore ed impegno dei nostri tifosi”. 

 Quali sono stati i risultati più significativi ottenuti dal dipartimento di sostenibilità sotto la sua guida?
“1) Riconoscimento internazionale per raggiungimento obiettivi Parigi 2030, dopo verifica vice presidente Commissione Europea Frans Timmermans (al quale ho avuto l’onore di illustrare il modello AS Roma), siamo stati insigniti di quello che può considerarsi un trofeo di livello internazionale in campo sostenibilità, AS Roma primo Club pilota per la strategia di sostenibilità della UEFA. Non le inglesi, neanche le spagnole o le tedesche, ma un’italiana, la Roma.
2) Campagna Amami e Basta che attraverso due anni di iniziative costanti a livello locale e nazionale ha motivato la politica (ogni partito ha contribuito) alla modifica della legge con interventi a favore delle donne vittime di violenza. 
3) Riconoscimento internazionale per le iniziative svolte con i premi Nobel UNHCR e WFP.
4) Richiesta di supporto da parte del Santo Padre per la giornata mondiale dei poveri.
5) Richiesta di supporto dalle istituzioni nazionali, regionali e locali che a tutti i livelli hanno chiesto supporto alla AS Roma riconoscendone, de facto, il ruolo cardine nella società moderna”.

C’è stato un progetto particolare di cui è particolarmente orgoglioso? Perché?
Superiamo gli ostacoli (Unstoppable) già descritto sopra poiché ogni volta che entro a contatto con disabili, non vedenti o addetti ai lavori, ne parlano con entusiasmo e riconoscenza nei confronti della As Roma. Questo mi inorgoglisce molto.

Amami e Basta: cosa c’entra una società di calcio con la giornata internazionale contro la violenza delle donne? 
"Grazie a questo progetto abbiamo dimostrato che il coinvolgimento delle varie parti della comunità sotto il cappello di “mamma Roma” può concretamente, con impegno e costanza, cambiare le cose, anche una legge!”.

Come ha gestito il bilanciamento tra obiettivi di sostenibilità a lungo termine e risultati immediati?
“Programmando, coinvolgendo, portando non soltanto i nostri tifosi, ma anche associazionismo, volontariato, istituzioni ad essere parte integrante dei progetti; riuscendo ad ottenere risultati a medio termine, ma non rinunciando ad azioni a risultato immediato e di forte impatto mediatico”. 

Grazie al suo amore verso la Roma, come raccontato da lei più volte, i tifosi giallorossi si sono sentiti rappresentati anche all’interno della società. Lo ha mai percepito?
“Sì ed è stata la mia più grande fonte di energia. Se sei romanista ti basta guardare negli occhi un tifoso per capirlo, per comprendere se ciò che stai facendo lo fa essere orgoglioso, se il tuo lavoro sta modificando anche culturalmente il suo approccio a quel tema, se quel coinvolgimento per cui tanto abbiamo lottato sta divenendo quella simbiosi che si respira forte e ti fa sembrare tutto possibile. Non è stato difficile realizzare cose da romanista, perché lo sono sin dalla nascita. Non è stato difficile proporre i biglietti gratis per chi era andato a Bodo o decidere di combattere contro il vento gelido del nord, per portare la coppa tra la gente, perché come disse giustamente Michela Cota (Asd Roma 2000 non vedenti, ndr). Questa coppa è di tutti, è anche nostra! Devo ammettere che non mi aspettavo tante dimostrazioni di affetto al mio addio (arrivederci) e soprattutto non mi aspettavo mi cercassero in continuazione ancora oggi. Se ami qualcosa più di ogni altra, se la senti dentro, se soffri quando lei sta male e sei felice quando lei ottiene risultati, se ascoltare o meglio, vivere notizie positive ti fa star bene, beh quando capisci che l’amore è corrisposto, non puoi che esserne fiero e sentirti responsabile di proseguire il lavoro svolto. Prima di salutarvi ci tengo a precisare che ogni azione, ogni successo, ogni iniziativa é stata realizzata dalla AS Roma; il mio team ed io siamo solo stati orgogliosi strumenti di quella immensa passione che si chiama AS Roma. Sono lusingato che il modello Roma, che abbiamo messo in atto localmente, sia stato fonte di ispirazione per la mia attuale società che mi ha chiamato a riproporlo a livello Internazionale. E posso confermare che stiamo ottenendo risultati straordinari. Forza la Roma. Sempre”.