Mourinho: "A Roma mi sto divertendo, i tifosi sono fantastici e la città è sorprendente. Sono felice qui". VIDEO!

18.12.2023 19:40 di  Marco Campanella  Twitter:    vedi letture
Mourinho: "A Roma mi sto divertendo, i tifosi sono fantastici e la città è sorprendente. Sono felice qui". VIDEO!
© foto di Vocegiallorossa.it

José Mourinho è intervenuto a The Obi One, il podcast di Obi Mikel. Ecco quanto ha dichiarato lo Special One:

La tua avventura sulla panchina della Roma?
"Ora mi trovo qui a Roma e mi sto divertendo, è un club di diverso profilo con ambizioni differenti, ma mi piace molto stare qui. Sono felice, ma sono alla fine del mio contratto, e poi diventa una decisione del club. Per ora mi concentro solo sul presente a godermi il più possibile questi momenti. È un club molto bello con tantissima brava gente, non sono i giocatori migliori del mondo ma sono bravi. I tifosi sono fantastici, la città è sorprendente, sono molto felice ripeto". 

Terry ha raccontato di storie particolari con te protagonista, te le ricordi?
"Si lui sa tutto, si ricorda tutto. Una delle cose che dico oggi anche ai miei ragazzi qui a Roma è che se fossi esattamente lo stesso di come ero in quello spogliatoio del Chelsea, loro non giocherebbero. Perché c'erano momenti in cui ho distrutto tutto, lettini dei massaggi per aria, ma sapevo che quei ragazzi avrebbero distrutto tutto al ritorno in campo. Lo puoi fare solo con alcune personalità, se lo fai con i ragazzi sbagliati nel secondo tempo non vogliono neanche la palla, si nascondono a vicenda". 

Il tuo rapporto con Obi Mikel?
"Obi Mikel è uno dei miei ragazzi, ora sono alla Roma e ho i miei ragazzi anche qui. Alcuni di 18 anni, altri di 40. Quando uno di voi mi chiede qualcosa, lo faccio". 

Secondo te era un vero numero 10?
"Magari nella sua Nazionale poteva fare ciò che voleva, nel Chelsea meno...".

Obi Mikel come giocatore?
"Mi piaceva tutto di lui, se esamini i centrocampisti posizionali, come li chiamo, che ho avuto in carriera ci sono molte similitudini. Tolto Makelele che era basso, erano tutti alti e forti fisicamente con una buona occupazione dello spazio e con quella che chiamo semplicità del calcio che è fondamentale in quella posizione. Le persone a volte confondono il giocatore creativo con uno che gioca semplice. In alcune zone del campo la creatività va bene, in altre aree la semplicità è il genio. La squadra ha bisogno di equilibrio e deve darlo quando la squadra ha e non ha il pallone. Devono essere umili, nel senso di pensare che la squadra sia più importante di loro, quello che dò alla squadra è più importante di quello che la squadra dà a me e forse per questa stasera Obi vuole fare il numero 10, per essere il top guy...(ride, ndr), ma con me al Chelsea era un fantastico centrocampista posizionale molto veloce nel pensare, un tocco o due tocchi, rendeva tutto semplice".

Cosa aveva di così speciale quel Chelsea?
"Tante cose insieme. Innanzitutto, avevamo molti soldi. Quando si parla di grandi squadre, si parla sempre di soldi. Ora c'è il Manchester City, il Liverpool, il Chelsea c'è ancora, ma è peggiorato. Nelle grandi squadre ci sono grandi allenatori e grandi giocatori. Noi potevamo scegliere calciatori anche con carattere e che avevano feeling con l'allenatore. Abbiamo sempre ricercato profili con una mentalità vincente, che volevano sempre migliorare. Ci siamo anche divertiti parecchio". 

Non eri mai contento quando si perdeva, vero?
"Il vero allenamento erano le partite. Il vero problema è che ora i calciatori guardano l'allenamento solamente come una normale seduta, mentre noi l'abbiamo sempre vista come un momento per competere e per aumentare la competizione e le skills. Molte volte ho fatto il countdown delle nostre partitelle: un minuto alla fine.. due minuti alla fine.. che poi facevo diventare sempre 10 minuti. Era pesante per molti calciatori, persino per chi doveva fare da arbitro". 

Hai vinto tantissimo, ma le vittorie con il Chelsea?
"Ho vinto tanto e anche con altri club, ma al Chelsea non sono stato fortunato abbastanza per vincere la Champions League come ci si aspettiamo. Siamo usciti una volta in semifinale ai rigori, un'altra volta sempre in semifinale con un gol che non era gol e con la goal line technology di oggi saremmo andati in finale e l'avremmo vinta probabilmente. Era un grande team in cui mi sentivo nel mio habitat, condividevamo molti principi".