Melillo: "Mourinho è un tecnico che cambia le sorti di una società"
Fabio Melillo, ex tecnico della Primavera Femminile della Roma, con la quale ha vinto tre scudetti, ha parlato ai microfoni di Centro Suono Sport all'interno di "Altrimenti Ci Arrabbiamo". Queste uno stralcio delle sue parole:
La Roma Femminile Primavera?
“È un gruppo fortissimo, volevo fare qualcosa di diverso già l’anno scorso, poi non me la sono sentita perché le ragazze mi hanno spinto a restare. Abbiamo conseguito un risultato storico, vincere tre scudetti consecutivi è difficile, a Roma lo è ancor di più. È un calcio diverso, però abbiamo dato mentalità, ambizione, determinazione, le nostre motivazioni sono state più forti della Juventus. È stata un’emozione incredibile chiudere così, questo è lo scudetto più bello in assoluto, abbiamo dominato pur restando in dieci, non abbiamo avuto difficoltà nonostante si sapesse che sarebbe stata la mia ultima partita”.
Perché si è chiusa la storia con la Roma?
“Sono stato un po’ un visionario del calcio femminile, ho iniziato 18 anni fa. Ho guidato per anni la RES Roma, abbiamo fatto cinque anni di Serie A e avevo il doppio ruolo di tecnico della Prima Squadra e della Primavera. La società all’epoca mi propose di guidare la Primavera e ho accettato rimettendomi in gioco. Volevo imparare e capire se fossi adatto a vestire la maglia della mia Roma, una volta stabilito questo mi sarei aspettato un qualcosa di diverso. Mi sono adeguato, ho dato tutto me stesso nel corso degli anni, ho messo la Roma davanti a qualsiasi cosa. La Prima Squadra poteva essere un obiettivo, avrei anche continuato a fare la Primavera con una certa mentalità. Per vincere bisogna essere un po’ matti, cercare altre soluzioni. Non ho fatto passi indietro per restare nella Roma, il calcio penso sia ambizione. Tengo troppo alla Roma, non potevo fare di più, avrei corso il rischio di un altro cambio generazionale, sarei rimasto ancorato per amore e dedizione per troppo tempo”.
Ternana nel tuo futuro?
“Avrò un incontro la prossima settimana, è una società molto coinvolta nel Femminile. La proprietà mi ha convinto nel fare calcio femminile come dico io, è un progetto che mi piace molto e manca poco per definirlo. Quella è la strada. La Serie B è un campionato difficile, sono 16 squadre e ne sale una sola, penso che porterò qualche ragazza della Primavera Femminile della Roma”.
Mourinho?
“Ho avuto l’onore e la fortuna di incrociarlo in un’occasione, in una cena per dipendenti a Trigoria. È un personaggio assolutamente carismatico, un tecnico così ti dà grandissima mentalità, si fa seguire per il suo carisma e ha portato un trofeo importantissimo a Roma. Non si è vinto niente per tanti anni, vincere una coppa con la Roma è come se avesse vinto la Champions League, c’era troppa attesa, troppa voglia di andare in giro a festeggiare come ho fatto io. È un tecnico che cambia le sorti di una società, ti sbatte in faccia valori che magari qualche giovane può non avere, se non hai una guida come lui che li valorizza sul campo non vanno da nessuna parte ed è più difficile raggiungere i risultati. Mourinho pretende certe cose dai ragazzi e hanno vissuto sulla loro pelle cosa significhi vincere, è bellissimo vincere e festeggiare perché diventi un eroe, tutto questo che si è creato vale più di un trofeo. Si fa capire al volo dai tifosi, è un personaggio stupendo”.