Keita: "Garcia evita di trattare i più anziani come ragazzini. In Italia mi chiamano il professore"
Fonte: France Football
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© foto di Federico Gaetano
Seydou Keita ha rilasciato un'intervista a France Football: "In Italia mi chiamano il professore. Fa piacere, ma è come se mi scoprissero solo ora quando invece ho vinto molti trofei e fatto parte della miglior squadra della storia del calcio internazionale. Il nostro spogliatoio è davvero affiatato". Di seguito la sua intervista riportata da La Gazzetta dello Sport.
Sulla sua forma fisica: "Corro ancora una dozzina di chilometri al giorno, e quello che faccio mi fa star bene. Forse perché ho sempre fatto vita sana: non fumo, non bevo".
Il suo passaggio alla Roma: "I giallorossi mi cercavano da tempo e mi proponevano pure un anno di contratto, più uno in opzione. Ma ho preferito firmare per una sola stagione. So già che non giocherò tutte le partite e in ogni caso non è quel che voglio. Giocare è la conseguenza del lavoro quotidiano. L’allenatore sceglie i migliori e penso di farne parte". Tanto da fare pure il capitano: "Ne sono fiero. Garcia sa come lavoro e capisce che i compagni di squadra si fidano, ed è la cosa primordiale".
L'ambiente: "In Italia, l’ambiente è ancora più fanatico che in Spagna. A Barcellona il clima era molto più calmo, a Roma non posso neanche respirare. Quando i tifosi mi riconoscono al ristorante non mi fanno mai pagare il conto. La cosa non mi infastidisce ma io sono un tipo tranquillo, riservato. Poi mi dico che quando le cose andranno meno bene in campo, la musica cambierà, ma non si può impedire alla gente di amare la loro squadra. Dal calcio non mi aspetto più nulla o quasi - continua il centrocampista giallorosso -. Ormai non ho più vent’anni".
Su Garcia: "E’ una persona piacevole e carismatica. E ascolta molto, evitando di trattare i più anziani come ragazzini. Sa esattamente come parlare a giocatori del calibro di Totti".
Su Totti: "Non è un capitano che urla e parla in continuazione, ma ha ancora l'anima del ragazzino che scherza con tutti. Quel che fa a 38 anni è eccezionale, mi piacerebbe poter fare lo stesso".
Whatsapp: "Il nostro è un gruppo unito, comunichiamo molto tra di noi, con WhatsApp restiamo in sempre in contatto, anche solo per ricordarci gli orari degli allenamenti. E ci ritroviamo spesso a tavola".
Su Pallotta: "Quando non è negli Stati Uniti, è molto vicino alla squadra. E’ un grande presidente, abituato al ruolo. Lo dimostra il fatto che dopo la partita con la Juve ci ha fatto capire che non serviva a nulla fare polemica e che bisognava pensare alle partite seguenti".