De Rossi: "Per me è una responsabilità particolare essere capitano della nazionale"

09.08.2010 13:46 di  Giulia Spiniello   vedi letture
De Rossi: "Per me è una responsabilità particolare essere capitano della nazionale"
Vocegiallorossa.it
© foto di FORNASARI

"La decisione di convocare in Nazionale i giocatori oriundi spetta solo all'allenatore, i paletti di sicuro non deve metterli la Lega Nord". Daniele De Rossi ha risposto così alla recente polemica innescata dai leghisti riguardo la convocazione di Amauri e quelle, eventuali, in futuro di altri giocatori dalla doppia nazionalità.
"Oltretutto due mesi fa nessuno della Lega tifava per noi, anzi gli importava di più il risultato del Paraguay - ha continuato De Rossi - è ovvio che l'Italia è sempre stata legata ad un senso di appartenenza, ma il calcio, basta vedere quanto accade in Spagna e Germania, sta andando in questa direzione. Di base sull'argomento dico che è un peccato che si vada verso questa strada perchè si perde qualcosa, ma per me sono compagni di squadra che accetto senza problemi. E comunque prima c'era Camoranesi, ora c' è Amauri. Non mi pare che il cambiamento sia enorme. E in ogni caso, per quanto riguarda me e i miei compagni, chiunque verrà in questo gruppo sarà sempre bene accetto".

"Dobbiamo ritrovare presto quel qualcosa che tempo fa ci ha fatto vincere la cosa più importante per un calciatore - prosegue De Rossi - Del Mondiale in Sudafrica dobbiamo prendere la qualità di alcuni elementi, la mentalità che ci ha portato alle vittorie del passato ma dobbiamo soprattutto capire il prima possibile cosa abbiamo perso. Cassano? Lo conoscevo con qualità calcistiche indiscutibili - ha aggiunto il centrocampista giallorosso - Balotelli non lo conoscevo di persona e mi ha impressionato. In due giorni di allenamento si sono comportati bene, ma l'importante è che proseguano in questo atteggiamento quando arriveranno i momenti difficili. Con Cassano in passato ho avuto dei problemi ma li abbiamo chiariti di persona incontrandoci un giorno a Fregene. Oggi Cassano è diverso rispetto al passato, è un calciatore dal talento eccezionale, il più estroso per fantasia, il punto di riferimento della giocata geniale in Nazionale. La maglia numero 10 a Cassano non ha significati simbolici, e comunque lui come caratteristiche è pronto per indossare questa maglia anche in Nazionale. Con il segretario Mauro Vladovic abbiamo deciso che chi ne aveva di più poteva avere una priorità di scelta. E' ovvio che io non potevo prendere il 9, mentre un trequartista, un giocatore come Cassano può prendere benissimo il 10. Il 5 è un numero che mi è sempre piaciuto - sottolinea De Rossi - avrei voluto prenderlo anche alla Roma, ma lo prese invece Mexes che aveva appena firmato. So che il 5 a Roma rappresenta Falcao, giocatore simbolo del secondo scudetto, ma ho preso il 16 perché è il giorno in cui è nata mia figlia. Ai tempi della Roma, io, Totti e Antonio eravamo legatissimi, poi ci fu qualche problema, ma nel tempo l'abbiamo chiarito, comunque non fu nulla di grave con me direttamente, io non ho problemi particolari con Cassano e comunque non sono un rancoroso".

Sul cambio di ct, De rossi ha detto: "Prandelli, credo, ha le stesse idee che aveva alla Roma e che ha portato alla Fiorentina. Mi è sembrato emozionato e avrà molta voglia di fare, è normale che sia così. L'obiettivo di tutti, già a cominciare dall'amichevole in programma domani, è cancellare l'immagine sbiadita fornita in Sudafrica. Se andiamo avanti pensando che ci è mancato un numero 10 o un giocatore come Cassano, non miglioriamo l'ultimo risultato ottenuto. Di sicuro non eravamo la squadra più talentuosa, ma nemmeno quella che si è vista".

"Sento una responsabilità particolare per essere il capitano - avverte poi il centrocampista giallorosso - perchè come alla Roma, in questi giorni ho cercato soprattutto di mettere a loro agio i giovani del gruppo. La fascia di capitano andrà, quando torneranno, ad altri giocatori come Buffon, Pirlo o Zambrotta, che hanno più presenze di me".