Conferenza Zeman: "Sono felice di tornare". Baldini: "Bentornato a Zeman, non è una seconda scelta, merita di stare qui". FOTO! AUDIO! VIDEO!
Alle 17 avrà luogo a Trigoria la prima conferenza stampa di Zdenek Zeman, tornato sulla panchina della Roma dopo 12 anni. Vocegiallorossa.it vi proporà la diretta testuale, fotografica e audio dell'evento. La sala stampa è da tempo gremita di giornalisti, il che sottolinea la grande attesa suscitata dal ritorno del boemo. Presente il dg Franco Baldini, che ufficializza come la Roma si ritroverà a Trigoria il 3 luglio per poi partire a Riscone il 5 luglio, dove rimarrà fino al 17 luglio. Sono presenti nella sala stampa anche i consiglieri Mauro Baldissoni e Roberto Cappelli, oltre a Joe Tacopina.
Baldini: "Buonasera a tutti, siamo qui per dare il bentornato a Zeman, che si lega alla Roma per due anni con opzione per il terzo. Mi preme sgombrare il campo dagli equivoci, questa non è stata una seconda o terza scelta. Ci siamo presi tutto il tempo necessario, c'erano delle attese che andavano consumate. Zeman è la scelta fatta dopo aver avuto la possibilità di confrontarsi anche con altri allenatori. Ci siamo poi confrontati con Sabatini e Fenucci e abbiamo deciso. Siamo orgogliosi poi che tutti i tecnici contattati avessero dato la propria disponibilità. Giusto dire che volevamo continuare un gioco attrattivo, che lui sappia lavorare bene con i giovani ma essenzialmente se lo merita".
Zeman: "Sono contento, ringrazio la società che ha avuto fiducia a me. Quando me ne sono andato nel '99 avevo detto a qualche amico che sarei tornato prima o poi, magari un po' in ritardo. Spero riusciremo a costruire qualcosa assieme".
Molto entusiasmo in questi giorni, cosa l'ha convinta a tornare e a firmare per due anni?
"Per il contratto c'ha pensato la società, io la penso sempre come prima. Io vivo a Roma da 18 anni, sento mia questa città, mi ero prefissato di tornare prima o poi. Sono felice di tornare, spero al termine della stagione saranno felici anche gli altri. Bisogna cercare di fare meglio degli altri, bisogna provarci, dobbiamo crederci".
In questi 13 anni c'è stato un momento in cui ha sognato di essere richiamato?
"C'è scritto in qualche interrogatorio, nel 2006, abbastanza vicino".
Può smentire la diceria che Zeman preferisca lavorare con i giovani?
"Pecara è un esempio, avevo alcuni grandi che hanno reso con i ragazzi. E' normale che un tecnico abbia voglia di gente che voglia lavorare e solitamente i giovani sono più predisposti. A Roma Aldair mi ha dato grandi soddisfazioni".
Se lei potesse fare un centrocampo con Verratti e De Rossi chi giocherebbe Verratti?
"Non rispondo a queste domande, Verratti ha fatto un grande campionato ma non c'è alcun discorso in merito, non c'è nulla".
Come si gestisce Totti?
"Totti è tesserato come calciatore, mi aspetto farà il calciatore e lo gestirò come gli altri".
Condivide la linea di non parlare degli arbitri?
"Per me è sbagliato, ma se è la linea della società farò anche io così".
De Rossi dove giocherà?
"E' un centrocampista e giocherà lì poi se ci saranno delle necessità vedremo".
E' una rivincita?
"No, non ho rivincite. Per me non era un problema di stare nelle categorie inferiori ma di stare sul campo ad insegnare qualcosa".
Cosa vuole dire a chi non la vedeva bene sulla panchina della Roma?
"Spero la squadra darà emozioni e farà divertire la gente. Ad ognuno piace una cosa diversa, uno lavora e cerca di convincere gli scettici".
Cambiato tatticamente? In che cosa?
“Mi conviene dire di si, però non sono d’accordo”.
Filo conduttore con la Roma di Luis Enrique? Ritiene di poter fare la stessa tipologia di gioco?
“Ogni allenatore ha le sue idee, molte sono anche buone. Io magari sono un po’ più proiettato verso la porta avversaria”.
E’ pronto a riaffacciarsi al calcio della massima serie dopo 13 anni? E' cambiato qualcosa rispetto a quei tempi?
“Io l’ho fatta anche nel 2006 a Lecce, non sono tredici anni. E’ cambiato qualcosa, però non in meglio. 13 anni fa c’erano team che vincevano Champions e Coppe, oggi le squadre italiane hanno lasciato spazio a quelle spagnole e inglesi. C’è un gap”.
L’obiettivo qual è?
“Vorrei che la mia squadra riuscisse a far divertire la gente e a darci emozioni”.
E’ veramente cambiato rispetto a 13 anni?
“Ho già risposto prima, conviene dire che sono cambiato. Molti miei avversari mi criticano, così siamo apposto tutti. Poi parlerà il campo”.
A livello difensivo lei è cambiato?
“La fase difensiva si faceva sempre, penso che anche per i giocatori è più soddisfacente fare qualche cosa quando si costruisce piuttosto che quando si distrugge”
A Baldini. E' una sorta di pezza dopo i fatti del ’99 questa scelta?
“L’anno scorso ha fatto divertire e innamorare una città. Credo che questo sia sufficiente”.
A Zeman. Chi è che ci ha rimesso di più da questa sua assenza dalla Serie A? Lei o il campionato italiano?
“Sono stato penalizzato però ho fatto calcio ugualmente, magari ad Avellino o Foggia, ma mi sono divertito. Non è rabbia, è un peccato, pensavo di poter dare qualcosa in più”.
De Rossi regista o interno?
“E’ un centrocampista, per fare il regista ci vogliono altre doti. Può fare il mediano con altre caratteristiche”.
Preparazione accorciata quest'anno rispetto al solito. E’ un problema?
“Ero e sono abituato a farne una che è la base di tutto l’anno. Quest’anno si vede che dovrò cambiare qualcosa, spero che non cambino i risultati”.
A Baldini. E’ vero della proposta di affidare il settore giovanile a Zeman?
“E’ vero, volevamo dare un certo tipo d’impronta a tutto il settore. Ciò avvenne prima della proposta fattagli dal Pescara”.
Questa Roma è la squadra più forte mai avuta a disposizione?
“Non so come sarà, ci stiamo lavorando, la dobbiamo costruire. Ci sono elementi importanti”.
Giocatori che vuole allenare in particolar modo?
“Non voglio fare nomi e cognomi. Il mercato parte dal 1° luglio, dobbiamo valutare e cercare giocatori che facciano al caso nostro”.
Pjanić è il giocatore ideale per il vertice basso del centrocampo?
“Non parlo dei singoli giocatori. Cercheremo di fare una rosa di giocatori che servano al progetto”.
Calcio scommesse?
“Ci vuole tempo per uscirne”.
Cosa spera di trovar cambiato dopo 13 anni a Roma?
“Io non vorrei trovare tanti cambi. A quei tempi lo stadio era pieno e la gente si divertiva, spero che sarà così”.
Continuerà sulla strada del Fair-Play in stile Luis Enrique?
“Me lo auguro e farò di tutto per farlo. Il problema del calcio è che non è più credibile, vogliamo dimostrare che il calcio si può fare anche rispettandosi dentro e fuori del campo".
Lei si sente di dare un’altra chance a chi ha fallito lo scorso anno?
“Per costruire una squadra abbiamo tempo. Magari ci sono giocatori che lo scorso anno non hanno fatto bene, bisogna valutare. Io sono qua da ieri e non ho programmi precisi. Vogliamo una squadra che giochi un calcio importante e dia filo da torcere agli avversari”.
Si sente un po’ il maestro in lotta contro il lato oscuro?
“Io mi sento uno normale, uno che ama la sua professione e che vuole fare calcio, trasmettere quello che può trasmettere”.
Perché in Italia si prendono giovani all’estero piuttosto che quelli italiani?
“Non posso dare spiegazioni perché non faccio parte di quelli che spendono per i giocatori. Una volta si faceva perché, penso, che una volta i soldi dall'estero erano sempre più coperti”.
Prevede che il derby sarà una partita come un’altra?
“Questo mi si dice ogni giorno. Sono sempre 3 punti, la piazza di Roma la conosco. Ci sono laziali e romanisti, per loro è diverso. Per me, allenatore, è importante conquistare i 3 punti. Sono belli quelli in tribuna, sul campo se ne vede poco di spettacolo solitamente”.
A Baldini. Quanto è legata all’etica la scelta di Zeman?
“E’ una componente importante. Non voglio sottolinearlo più di tanto perché toglierebbe al lato tecnico e tattico, però ha avuto la sua parte”.
E’ tornato allenatore della Roma. Non ha paura dell’impressione del tifoso romanista?
“Paura no. Poi è normale che ognuno la pensi in modo diverso. Il tifoso penso che, sia in tempi brutti che belli, è sempre vicino alla squadra. Spero che il pubblico aiuti la squadra a migliorarsi”.
E’ un calcio diverso dalla prima esperienza che ebbe con la Roma quando dichiarò che i risultati non dipendevano più esclusivamente dal campo? Può riaccadere?
“Spero di no, se pensavo di poter portare danni come nel ’98 non sarei venuto, voglio bene alla Roma”.
Che percentuale ha l’allenatore nel successo di una squadra?
“E’ importante. Se si riesce a dare un gioco, un comportamento, è merito dell’allenatore. Poi ci sono squadre che non hanno bisogno del tecnico”.
Baldini: “Quando si parla di indirizzi, ordini della società, non si parla di imposizioni. Si è deciso di dare questo tipo di indicazione, poi è sempre stata data libertà a tutti. La società aspira a non sottolineare più del dovuto i comportamenti dei componenti esterni. Continueremo a sostenere questo, poi ciò non vieta al tesserato di potersi esprimere in merito agli arbitri”.