Candela: "Questo è l'anno decisivo per Garcia. Lo scudetto a Roma è qualcosa di magico"

16.10.2015 18:39 di Gabriele Chiocchio Twitter:    vedi letture
Fonte: Sky Sport
Candela: "Questo è l'anno decisivo per Garcia. Lo scudetto a Roma è qualcosa di magico"
© foto di Alessandro Carducci

L'ex giallorosso Vincent Candela è stato intervistato da Sky Sport per I Signori del Calcio, che andrà in onda domani alle 00.15. Ecco un'anticipazione delle parole del francese.

Su Garcia.
"Garcia è arrivato tre anni fa. Il primo anno mi ha sorpreso veramente, a livello comunicativo e a livello di squadra, per come giocava. Ha dimostrato di essere un grande allenatore. L’avevo visto vincere con il Lille in Francia, però il campionato italiano è una cosa diversa, è un po’ più difficile e non ha vinto. L’anno scorso sono rimasto un po’ deluso perché pensavo potesse vincere. Abbiamo perso in Coppa Italia con il Napoli, in Europa League con la Fiorentina, qualcosa di più me l’aspettavo. Quest’anno è l’anno decisivo, nel senso che penso dipenda da Garcia gestire e far capire ai giocatori come dare il 200%, far capire il senso di appartenenza alla Roma, come giocare da squadra e non da individualisti. Ci sono tanti giocatori, tanti sono nuovi e ognuno, non solo nel calcio, ma in generale, oggi pensa un po’ troppo a se stesso. Questa è la grande difficoltà nel gestire una squadra perché si vince in 22, non con un solo giocatore.

Sullo scudetto.
"Lo Scudetto con la Roma è difficile da spiegare, fu qualcosa di magico, di straordinario. Lo metto allo stesso livello della Coppa del Mondo (Francia 1998, ndr), anche se sono francese. Abbiamo vinto in Francia e c’era un milione di persone sugli Champs-Élysées, al Circo Massimo erano un milione e mezzo! Quella Roma era una squadra formata da tanti campioni, però siamo riusciti a gestirla. C’era mister Capello, per lui non era facile, era il suo secondo anno alla Roma, gestì bene la squadra, era un vincente (…) non solo Cafu, Batistuta, Totti, Aldair, Zago e Zebina, è proprio tutta la squadra che durante un anno fa la differenza (…) il popolo romano spesso mi hanno fatto sentire come un gladiatore, questo per dire quanto è importante per un giocatore giocare in una società come la Roma".