ESCLUSIVA VG - Liverpool Echo, MacDonald: "Wijnaldum, per rendere al meglio, deve essere amato e valorizzato. Qui è stato utilizzato nel 4-3-3. Può anche imporsi come leader"
Il centrocampo della Roma si è impreziosito con un pezzo da novanta come Georginio Wijnaldum. L'olandese arriva nella Capitale in prestito con diritto di riscatto fissato a otto milioni dal Paris Saint-Germain, dopo un'annata complicata sotto l'ombra della Torre Eiffel. I giallorossi, perciò, puntano a far ritrovare a Wijnaldum la forma e l'entusiasmo dei tempi migliori, ossia quelli trascorsi con la maglia del Liverpool. Con i Reds, infatti, Gini ha collezionato 237 presenze arricchite da ventidue gol e sedici assist, vincendo una Premier League, una Champions League, un Mondiale per Club e una Supercoppa UEFA. Per questo motivo, noi di Vocegiallorossa.it abbiamo parlato con Keifer MacDonald, giornalista di Liverpoolecho.co.uk ed esperto di Liverpool, che ha seguito professionalmente Wijnaldum durante la sua avventura nel Merseyside. Ecco quanto ci ha raccontato:
Wijnaldum è stato un giocatore del Liverpool dal 2016 al 2021. Che giocatore è stato per i Reds?
"Durante il suo periodo ad Anfield, Wijnaldum è stato semplicemente un perno del successo del Liverpool e di Jurgen Klopp. Oltre alla sua impressionante capacità di non farsi mai male, avendo saltato solo una manciata di partite di Premier League durante le sue cinque stagioni con il club, la versatilità dell'olandese è stata una caratteristica fondamentale che ha permesso a lui e agli altri di prosperare. Wijnaldum è stato utilizzato prevalentemente come numero 8 nel 4-3-3 davanti a Fabinho e con al fianco Henderson e si è rivelato una grande certezza, soprattutto per Alexander-Arnold e Robertson, che hanno beneficiato del suo gioco e sono diventati i principali artefici dell'attacco dei Reds. In generale, ci si è accorti dell'importanza di Wijnaldum dopo il suo addio di 12 mesi fa, con Klopp che adesso ha una crisi a centrocampo con i vari Curtis Jones, Thiago Alcantara, Naby Keita e Alex Oxlade-Chamberlain alle prese con diversi infortuni".
Ha trascorso un anno non esaltante al Paris Saint-Germain. Pensi che alla Roma possa tornare il calciatore visto a Liverpool?
"Certamente. Penso che Wijnaldum sia un giocatore che ha bisogno di essere amato e valorizzato per giocare al suo livello ottimale - cosa che non ha sempre ricevuto da parte dei tifosi del Liverpool, che lo hanno reso una sorta di capro espiatorio durante i suoi ultimi mesi di permanenza nel club - e questo non è stato sicuramente il caso durante il suo periodo a Parigi. Si tratta di un ingaggio davvero entusiasmante per la Roma, perché può giocare in tante posizioni diverse: durante il suo primo periodo in Premier League con il Newcastle United ha giocato principalmente come ala sinistra, mentre Klopp si è preso la responsabilità di trasformarlo in un centrocampista box-to-box senza fronzoli durante il suo periodo nel Merseyside. Tuttavia, per l'Olanda, Wijnaldum gioca più avanti, di solito nella posizione di numero 10, alle spalle dell'attaccante, il che evidenzia la sua capacità di adattarsi senza problemi alla filosofia della maggior parte dei manager".
Pregi e difetti al quale i romanisti dovranno abituarsi?
"Come già detto, la sua resistenza a giocare partita dopo partita è assolutamente incredibile ed è una qualità fantastica che un allenatore può vantare se ha intenzione di costruire una squadra di successo. Per quanto riguarda i contro, oserei dire che il 31enne ha uno dei set di abilità più desiderati per qualsiasi centrocampista nel calcio europeo ed è quindi difficile individuare buchi o difetti nel suo gioco. Direi che una cosa con cui ha lottato durante il suo periodo al Liverpool, senza alcuna colpa, è stata l'idea sbagliata di quale fosse il suo ruolo, dato che spesso svolgeva il lavoro sporco del gioco.
A causa dell'ossessione del calcio moderno per le metriche, soprattutto gol e assist, il lavoro di Wijnaldum a centrocampo è stato spesso trascurato. Nonostante gli elogi dei compagni di squadra e del tecnico".
Che tipo di giocatore è nello spogliatoio? Può fare la differenza anche in termini di leadership?
"Assolutamente sì. Quando era al Liverpool, Wijnaldum faceva parte del gruppo di leadership creato da Klopp. In sostanza, il gruppo era composto da quattro giocatori all'interno della squadra che discutevano di questioni e rappresentavano anche la gerarchia del capitano in assenza di Jordan Henderson. I membri del gruppo di Klopp all'epoca erano Henderson, James Milner, Virgil van Dijk e Wijnaldum, a dimostrazione del fatto che era uno dei leader durante i suoi cinque anni. Anche senza avere la fascia al braccio, ci sono state numerose partite importanti in cui l'olandese ha dato l'esempio. La partita più ovvia che viene in mente è la sua prestazione nel secondo tempo contro il Barcellona nella semifinale di ritorno della Champions 2018/2019 ad Anfield, dove ha segnato due gol per aiutare il Liverpool a qualificarsi per la finale di Madrid. Inoltre, ha segnato un gol nella semifinale di ritorno della Champions League 2017/2018 contro la Roma. Ma uno dei suoi colpi più importanti è arrivato nell'ultima giornata della stagione 2016/2017, quando i Reds erano vicinissimi alla qualificazione alla Champions League per la prima volta in quattro anni. Dopo 45 minuti di tensione, il centrocampista ha aperto le danze contro un Middlesborough resistente e ha dato l'opportunità agli uomini di Klopp di ottenere una comoda vittoria per 4-0 e di prenotare il loro posto nella competizione della stagione successiva".