ESCLUSIVA VG - Carli: "Spalletti leader generoso, eravamo calciatori ignoranti. Paredes più pronto di Skorupski per la Roma"
Marcello Carli, ds dell’Empoli, è intervenuto nella trasmissione VG Radio su TMW Radio.
Sulle sue dichiarazioni sullo Spalletti ignorante.
"Ho detto questo perché eravamo così, c'era meno televisione, meno telecamere. Le caratteristiche erano quelle. Luciano è una bella persona perché è un leader generoso"
Lei era il capitano di Luciano Spalletti, com'era in campo?
"Luciano ha fatto meno di quello che poteva fare. Aveva grandi qualità fisiche, però è arrivato anche tardi perché nei professionisti è arrivato tardi. Come giocatore era un leader che dava l'esempio. Era già un allenatore. Aveva questa passione per il lavoro e per il calcio. Era un generoso e infatti qualche volta si andava a casa sua a mangiare dove c'era la mamma, altra bella persona".
Ha giocato anche con Baldini, come lo analizza?
"Daniele ha giocato anche in Serie A, ha finito la carriere in massima serie con ottimi risultati. È stato un difensore con grande fisico e dotato di una grande personalità. Sono uomini che hanno una grande carica e grande grinta. Trasmettono le proprie conoscenze al gruppo di lavoro. Luciano è stato allenatore di Daniele all'Empoli, entrambi sanno incidere nella testa dei giocatori. Le qualità tecniche non sono in grado di analizzarle ma per quanto riguarda le persone posso dire che sono ottime".
Può con un aneddoto farci conoscere come sono Spalletti e Baldini fuori dal campo?
"Quando si usciva insieme a 27/28 anni era diverso, ora sono uomini con due splendide famigliie. Sono belle persone sincere e che non tradiscono mai. Ci possono essere 1000 aneddoti ma solo perché eravamo giovani. Quando si entrava in campo eravamo tutti molto seri".
Ha trovato Spalletti maturato dall'esperienza all'estero?
"Lui è venuto a trovarci diverse volte anche quando c'era Sarri. L'ho trovato uguale, poi è normale che le esperienze ci fanno cambiare il modo di vedere le cose anche perché ti confronti con altre realtà. Io ho trovato lo stesso Luciano, sempre pronto a fare domande ed a cercare soluzioni. Io penso che la più grande qualità di Luciano sia quella di non sentirsi mai appagato e di chiedere sempre di più in allenamento. Ha sempre avuto una grande curiosità e il fatto che sia stato all'estero l'ha migliorato".
Quando vi siete incontrati Spalletti le ha chiesto informazioni su Skorupski e Paredes?
"Non mi ha chiesto nulla perché ancora non era allenatore della Roma. Posso dire che sono due bravi ragazzi di prospettiva molto importanti. Anche loro però devono venire al campo per migliorarsi. Sono due ragazzi splendidi con caratteristiche importanti per la loro futura carriera".
Chi sarebbe tra i due il più pronto per la Roma?
"Quella del portiere è una situazione complessa, specialmente in una grande squadra, in quanto è un ruolo difficile. Quindi o la squadra è convinta oppure è meglio lasciare crescere il giocatore. Il centrcampista magari è di più facile collocazione. Leandro lo vedo già più pronto".
Quello che colpiasce di Paredes è la personalità che per un giovane non è una cosa così comune...
"Lui ha grandissima qualità nella gestione della palla. Qui sta imparando un altro ruolo, perché prima era un trequartista, Deve capire che ha ancora grandi margini perché a volte tende a toccare troppo la palla. Deve migliorare come è giusto che sia. Io lo vedo come un giocatore di grandissimo livello. Deve fare un salto di qualità che solo il lavoro potrà fargli fare. Mi sembra poi che faccia una vita sana. Sono tutte componenti di buon auspicio".
Qui a Roma si parla di un nuovo modo di scegliere i calciatori: cercarli in base a determinate statistiche fondate sulle percentuali piuttosto che incentrarsi sull'esperienza dell'uomo, un po' come in Moneyball, lei è favorevole a tutto ciò?
"Io penso che se si pensa che il mondo non vada avanti si è un perdente. Bene alle nuove tecnologie. Tutto quello che è innovazione è un supporto straordinario. La sensibilità dell'uomo però non può mai essere messa da parte o trasformata in una macchina. L'alchimia che può avere una persona è indispensabile. Quindi bene la tecnologia ma è importante anche la gestione della settimana e dei rapporti del gruppo di lavoro. Se ti prendi un giocatore da 7 e ti dà 6 hai fallito, per farti dare 7 non bisogna trascurare nulla. Bisogna stare accanto ai giocatori e vedere ogni allenamento così da percepire ogni situazione. L'uomo non può essere sostituito dalla tecnologia".
Il futuro?
"Dobbiamo pensare solo alla Fiorentina, è una partita importante".