Una Roma che conosciamo: fragile in difesa e povera in fase di costruzione. Lo strapotere offensivo va supportato
Non chiamatele amichevoli, perché Sporting CP-Roma è stata tutto tranne che un'amichevole. Sempre calcio d'estate si tratta, sempre 0 punti in palio, per è stata una gara vera, soprattutto per l'agonismo messo in campo dai calciatori. Si è vista la solita Roma, quella che conosciamo, quella che non strappa applausi per il gioco mostrato, ma che riesce a essere sempre in gara, in una maniera o in un'altra. Lo Sporting ha giocato meglio, evidenziando i problemi ben conosciuti dei giallorossi, quella fragilità difensiva (oggi Ibanez in giornata no) che ha costretto prima Fonseca, poi Mourinho a dover giocare con 3 centrali. Male anche il doppio mediano Cristante-Matic, visto che la manovra faticava ad azionare il trio Pellegrini-Zaniolo-Abraham.
La notizia positiva, in attesa di vedere in campo Dybala (in tribuna a seguire il match) è che quei tre lì davanti, anche in una giornata negativa riescono a essere decisivi. Pellegrini provoca dapprima l'autogol di Inacio, poi è bravo a seguire il bel lavoro di Abraham lasciato da solo contro tutta la difesa portoghese e siglare il momentaneo 2-2. Una sorta di mini-capolavoro di praticità in quel momento, con 1 tiro in porta e 2 gol segnati.
Poi arrivano i cambi, stavolta non giocano tutti (Shomurodov dopo i 15' contro la Portimonense resta in panchina, Vina idem), la gara s'innervosisce ulteriormente con Zaniolo sostituito dopo un cartellino giallo e Veretout che innesca un altro parapiglia. Il preludio al gol di Tabata che è l'emblema su ciò che Mourinho deve lavore o, a questo punto, la società deve migliorare in questo mercato: Cristante in fase di uscita perde una brutta palla sulla propria trequarti, palla a Tabata e tiro sotto le gambe di Mancini (ammonito come al solito anche lui).
Serata no che lascia queste indicazioni. L'unica Joya era in tribuna.