Una poltrona per due (Trading places)
Forza, alzi la mano chi non ha nella tradizione natalizia la visione di "Una poltrona per due" (Trading places). Scommetto che in tanti hanno sollevato il braccio o con la testa hanno annuito. Per chi di voi non avesse dimestichezza con il lungometraggio eccone la trama: le vite di un broker e di un mendicante vengono stravolte a causa di una scommessa di due ricchi annoiati. La scommessa prevede che il mendicante messo nell'ambiente giusto avrebbe potuto ben figurare in borsa, mentre il broker, privato di ogni confort avrebbe deviato sulla cattiva strada. La pellicola si gira nell'East Coast degli USA, tra Philadelphia e New York, proseguendo verso nord si arriva a Boston, home-town dell'attuale presidente della Roma, James Pallotta (nato a Stoneham). Anche qui sta andando in scena una sorta di remake di "Una poltrona per due". Nessuna scommessa per noia - semmai ci fu, da parte di Pallotta - è stata già vinta visto il costo di acquisizione e il costo richiesto per la cessione.
Friedkin e Pallotta per la Roma. Una poltrona che fa gola per tutto quello che ancora si può sviluppare intorno al brand, una poltrona spesso scomoda, più Trono di spade che trono papale. Da una parte il magnate del Texas pronto imbarcarsi nella nuova avventura, facendo del club un vanity asset del proprio gruppo, dall'altra chi manca dalla Capitale da troppo tempo ormai (sarà che chi viene a Roma perde la poltrona) e deve decidere se passare la mano del tutto o no o soltanto cedere al prezzo ritenuto più opportuno. Un classico di ogni trattativa. Diciamo un cult, come "Una poltrona per due", dove alla fine (SPOILER), i due "contendenti" riescono a coalizzarsi per tirar fuori la soluzione ottimale, da una situazione complicata.