UN SELFIE VI SEPPELLIRA', DI POLEMICHE E RISATE. DESTRO VUOLE SPAZIO, SE PARTE BISOGNA PUNTARE AL GRANDE NOME. JEDVAJ: CHE PECCATO PERDERLO...

Abita e lavora a Milano, presso “Sportitalia". Direttore di MondoPallone.it. Ha collaborato con “Il Tempo” e con diversi quotidiani e radio del Lazio, tra cui Raf 103.5
14.01.2015 06:00 di  Alessio Milone  Twitter:    vedi letture
UN SELFIE VI SEPPELLIRA', DI POLEMICHE E RISATE. DESTRO VUOLE SPAZIO, SE PARTE BISOGNA PUNTARE AL GRANDE NOME. JEDVAJ: CHE PECCATO PERDERLO...

Tutto per colpa di quel selfie. La genialata di #FT10 non è stata solo un’esultanza, ma anche un’occasione per sfidarsi a suon di frecciate. Un polverone scaturito da una foto, una foto scaturita da un gol, un gol scaturito dal genio immenso che è il capitano di una Roma che è stata capace di reagire all’uno-due biancoceleste e recuperare una situazione che appariva drammatica.

Perfino sfizioso dopotutto, suvvia, il battibecco tra i due presidenti. Dall’America ha risposto Pallotta, cioè, capite: dagli USA si è scomodato il numero uno giallorosso, dopo la frecciata-gufata del pari livello biancoceleste. “La Roma non vincerà, mi gioco la presidenza” da una parte, “Pensi lui a farsi dei selfie, sarebbe stato bello vederne uno suo dopo il gol di Totti” dall’altra, e in mezzo pure Baldissoni, dai, combattimento a suon di puro veleno sportivo, ma il derby è anche questo, no? E’ anche sfottò. Non bombe carta e sassaiole verso la polizia, quello no, anche se purtroppo accade sempre più spesso, con Ponte Milvio che da ponte degli innamorati sta diventando come le Termopili: un corridoio dove ammazzarsi di botte. Idioti, dico a voi: finché accadranno queste cose, il derby di Roma perderà valore, e finché perderà valore, Roma come città, già bistrattata di suo dopo le recentissime vicissitudini alla Romanzo Criminale, perderà stile. La Città Eterna si merita un derby vero, un derby serale, un derby pieno di sfottò e passione.

Mercato: capitolo caldo. Chiriches è un tira e molla ma Sabatini ci lavora, Destro non vuole Firenze e spera nella chiamata di una delle due milanesi, seppur è da dire che Garcia non sia proprio intenzionato a farlo partire. Il problema è più dell’attaccante che del tecnico: per l’allenatore, il fatto che lui faccia panchina è del tutto normale. Per l’ex Siena no: pretende più spazio e vuole ottenerlo, a costo di cambiare maglia. Nulla si muoverà, però, senza una valida alternativa sul mercato, alternativa che non può essere Ponce, sia perché giovanissimo, sia perché per vederlo nella capitale bisognerà aspettare giugno. A proposito di attaccanti: nella serata di ieri abbiamo saputo dell’interesse dei giallorossi per Mahrez, giovane classe 1991 del Leicester, due gol in Premier League in questa stagione, una al Burnley, l’altra all’Hull City. Algerino, attualmente in Coppa d’Africa, è un esterno dotato di ottima tecnica, seppur sembra che la Roma lo cerchi per utilizzarlo a mo' di pedina di scambio. Per arrivare a chi? Dirigenza, serve un grande nome. Per puntellare una rosa competitiva, sì, ma che deve rispondere al mercato delle concorrenti. Siamo alle battute iniziali, vero: diamo tempo a Sabatini, che ha dimostrato di sapersi muovere benissimo sul mercato. Anche se un neo, nell'operato suo e della dirigenza in generale, c'è, e qui apriamo il mini-capitolo Jedvaj: che gran peccato averlo perso. Sì, parzialmente è ancora della Roma, ma il Leverkusen ha tutta l’intenzione di volerlo riscattare, e la sensazione è che quella parte di giallorosso di cui ancora è vestito presto o tardi (dipende dal carico di grano che arriverà dalla Germania) cambierà definitivamente colore. Eh sì, "anche questo è mercato", anche il riconoscere le potenzialità di un giovane ma permettere che esplodano altrove fa parte del gioco. Purtroppo. Perché uno come lui - giovanissimo, ma pieno di talento e carisma - sarebbe potuto diventare un leader, qui nell'Urbe.