Un'incognita di un vecchio, nuovo campionato
Dopo il tanto parlare di questi ultimi giorni si è avuta la certezza che la Serie A riprenderà a giocare per chiudere un campionato che passerà alla storia del calcio. La Roma, nello specifico, ricomincerà il prossimo 24 giugno, quando all'orario insolito delle 21:45, in uno stadio Olimpico accessibile a sole 300 persone, affronterà la Sampdoria. Esattamente 115 giorni dopo l'ultima partita ufficiale vinta contro il Cagliari 3-4. Di solito i campionati terminano a fine maggio e le squadre di Serie A si radunano i primi di luglio (salvo anticipare per eventuali playoff europei) per cominciare a preparare la stagione con le eventuali amichevoli. Ritiri estivi che spesso e volentieri vedono le squadre spoglie dei loro top player, impegnati fino ai primi di giugno con le rispettive nazionali. Andando a fare i conti, bene o male, i calciatori sono soliti star fermi e/o senza partite ufficiali circa un mese.
Questa volta invece il COVID-19 li ha costretti a stare fermi ben 84 giorni (non dei più tranquilli). Un stop durato fino alla ripresa degli allenamenti collettivi datata 25 maggio scorso. Ecco che riprenderà una Serie A ex abrupto e sarà ricca di punti interrogativi. Facendo un discorso legato al tempo, sarà più questo un nuovo campionato, rispetto a tutte le nuove stagioni solite (se non fosse che c'è già una classifica da cui partire). Tra l'altro questi giorni di preparazione a Roma-Sampdoria saranno anch'essi anomali, visto che tra campionati minori fermi, protocolli sanitari da rispettare e limitare i rischi di contagio dei calciatori, difficilmente si potranno organizzare dei test-match (se non in famiglia come avvenuto oggi con 2 tempi da 30 minuti) nella ricerca di trovare il ritmo partita. Situazioni valide per tutte le squadre, riflessioni di campo a cui pensare in un processo di ritorno alla normalità, in attesa di capire che Serie A andremo a vedere e se, questo periodo di stop forzato, abbia spostato gli equilibri del campionato o no.