Tra forma e sostanza si dissolve la Roma
La diatriba tra forma e sostanza ha interessato generazioni di filosofi. Banalmente, si è sempre portati a pensare che la forma sia un fastidioso orpello, un decalogo di buone maniere utile per i party più esclusivi e per le cene di gala. In realtà, può trasformarsi rapidamente in sostanza e avere effetti catastrofici.
Se la società avesse tenuto un comportamento chiaro e lineare con De Rossi, non riducendosi all’ultimo a risolvere la questione, e se Totti fosse stato coinvolto in concreto e non pro forma nelle scelte del club, forse non ci sarebbe ora un faida interna, un clima da tutti contro tutti che sta abbattendo le mura di Trigoria mattone dopo mattone: De Rossi, gli audio di De Rossi, le mail, i tiratori scelti (per usare una definizione spallettiana), Ranieri e la sua testa grigia di Londra e ora Totti. Un epilogo di una serie di malumori che, invece di risolversi internamente, sono deflagrate all’esterno in tutta la loro potenza. E la loro potenza non è poca. Nel caso della scelta di Fonseca, si sarebbe potuta ascoltare l’opinione di Totti, coinvolgerlo nella stanza dei bottoni e poi scegliere lo stesso l’allenatore portoghese, se reputato il miglior candidato. Escludendo, invece, Totti dal processo decisionale gli è stata messa in mano la pistola con cui oggi ha sparato a ciò che rimaneva dell’immagine della società.
Se è stata una scelta voluta da parte della dirigenza, quella di deromanizzare la Roma, allora è una questione di sostanza e si tratta di una congiura perfetta, riuscita chirurgicamente e in bocca al lupo a Petrachi e Fonseca, che si troveranno a gestire una situazione forse peggiore al post 26 maggio 2013.
Se, invece, non dovesse essere stata una scelta voluta (almeno non voluta da tutti) allora è stata la forma a essere profondamente sbagliata e ad aver accentuato una ferita che si sarebbe potuta ricomporre e che, al contrario, è stata fatta infettare senza provare a curarla in alcun modo. E ora ha infettato tutto il corpo. I tifosi si stanno dividendo: colpa di Pallotta, Totti, Baldini, De Rossi, Baldissoni, Lippie, giocatori che ridono quando perdono, dirigenti felici di perdere. Tutti contro tutti e tutto.
La Roma è riuscita a destabilizzarsi da sola nella maniera più brutale e distruttiva possibile. E non è detto che si sia toccato il fondo.