The Di Francesco's way
La scorsa stagione, Luciano Spalletti, aveva provato, con vari proclami in conferenza stampa, a cominciare un cambiamento che avrebbe portato i giallorossi stabilmente in vetta in Serie A, alla ricerca di competere con le big in Europa. Lo aveva chiamato il "The Roma way", ovvero un modus operandi tipico della società, una starway to heaven. Ora Spalletti è all'Inter e lapsus freudiani permettendo, lo era "anche la scorsa stagione". A Roma è arrivato in punta di piedi Di Francesco, un allenatore che si è fatto le ossa in provincia, uno quasi troppo per bene, diciamola così, per venire in una piazza complicata come quella giallorossa, da allenatore (da giocatore ha vinto uno scudetto, e già ebbe un'esperienza da Team Manager). Pronti via, il nuovo DS Monchi gli ha venduto un top come Salah, un big come Rüdiger, un big wannabe come Paredes. A Pinzolo gli unici titolari con cui lavorare a disposizione erano Alisson e Perotti (Jesus, Peres, Gonalons rientrano nella turnazione). Una tournée in cui le gambe dei big, arrivati a fine luglio erano troppo pesanti, con risultati negativi e via a quelle critiche, più per paura che per fatti da giudicare. Il calcio vero, quello ufficiale ha detto altro. 4 vittorie su 5 in campionato, uno 0-0 sofferto contro l'Atletico Madrid, squadra numero 2 del ranking UEFA, in una Champions League in cui i giallorossi non hanno mai brillato.
Senza proclami, lavoro tattico, e gestione oculata delle situazioni. L'esperienza dell'Europa Legaue giocata la scorsa stagione con il Sassuolo è servita. La Roma ovviamente è un'altra cosa e Monchi ha fornito una rosa che permette all'allenatore di calcolare i rischi, prenderseli e ottenere risultati. Verona, Benevento, Udinese in 7 giorni non erano impegni difficili ma, in Serie e la storia della Roma insegna, non ci sono 3 punti scontati. I giocatori non sono convinti del nuovo modo di giocare del mister? Tolto Alisson, Kolarov e Dzeko, in queste tre gare ravvicinate hanno ruotato tutti, mettendo minuti ufficiali nelle gambe, sentendosi parte di un gruppo di molti e non solo 11 titolari (il vero problema della scorsa stagione), ottenendo 9 punti, chiudendo le gare nei primi 45', vincendo da grande squadra. Punti, rotazione, squadra sempre più convinta dei propri mezzi, una squadra che ancora deve vedere a pieno due colpi di mercato di quelli importanti come Karsdorp e Schick. La trasferta contro il Qarabag sembra più difficoltosa la logistica che i 90', sembra. In attesa del trittico più impegnativo Milan, Napoli, Chelsea, la Roma ha intrapreso, lontano dai riflettori che in questo momento hanno Napoli, Juventus e le due milanesi, la sua strada, quella indicata dal suo mister: the Di Francesco's way.