Sosta sì, fermarsi no. Quando a parlare conta solo il campo

09.11.2017 14:30 di Luca d'Alessandro Twitter:    vedi letture
Fonte: L'editoriale di Luca d'Alessandro
Sosta sì, fermarsi no. Quando a parlare conta solo il campo

Time-Out! A chiamarlo non è stata di certo la Roma, ma la FIFA e i playoff per il prossimo Mondiale in Russia. I giallorossi vengono fermati sul più bello, quando il turnover scientifico e oculato di Di Francesco aveva messo la squadra nella scia delle compagini avanti in classifica che stavano pagando le fatiche della serie di partite ravvicinate di novembre. Un ciclo positivo per la Roma, non trionfale visto la sconfitta in campionato contro il Napoli, ma entusiasmante per il doppio confronto in Champions contro il Chelsea. L'obiettivo ora è quello di recuperare un po' di energie, ma di non perdere il ritmo partita e soprattutto, quella voglia di affrontare il prima possibile i prossimi avversari in campionato per continuare a vincere e ad acquisire consapevolezza nei propri mezzi. Ci sarà tra l'altro una novità per il calcio italiano e il prossimo ciclo sarà il più lungo della stagione: dal 18 novembre al 6 gennaio, 12 (13 in caso di qualificazione ai quarti di finale di Tim Cup) partite in 49 giorni. Una gara ogni 3,5 giorni fino alla Befana. Un ciclo, con inizio e fine thrilling, dove bisognerà per forza di cose ripartire come si è finito prima della sosta. Lazio e Atletico Madrid sono due gare importantissime, spartiacque per incanalare la stagione su un binario importante: definitivo rilancio in campionato e qualificazione, con possibilità di vittoria del girone, agli ottavi di finale di Champions.

Per la Roma sarà fondamentale recuperare e avere a disposizione Patrik Schick. Dzeko, in versione Ercole, non può reggere da solo il peso delle colonne dell'attacco giallorosso (non è un caso che in campionato non segni da Milan-Roma) e ha bisogno di un supporto o di un cambio all'altezza per farlo rifiatare, senza che la squadra perda in qualità. L'attaccante ceco, fin qui 15' in Serie A con la sua nuova squadra, è chiamato a rispondere sul campo a dichiarazioni sul proprio futuro, legittime, fuori luogo, essendo l'ultimo arrivato e non avendo ancora dimostrato neanche un centesimo sul campo dei 40 e oltre milioni costato, record nella storia del club. Come al solito però le interviste, tradotte bene, travisate, ritrattate dopo sfoghi sui social, contano relativamente zero. A parlare dovrà essere il campo, se Schick tornerà a far parlare di sé, come nella passata stagione, a guadagnare saranno tutti: Roma in termine di punti, tifosi giallorossi e in ottica futura lo stesso calciatore e ancora la società (vendere in caso Schick a Real Madrid, Barcellona o Manchester United significherebbe incassare milioni e milioni di euro). Il futuro per Di Francesco e tutta la squadra inizia giovedì, quando i giallorossi, senza i nazionali, cominceranno la preparazione al doppio impegno Lazio, Atletico Madrid. Vincere per continuare a far parlare il campo: l'unico interlocutore che conta veramente