Rischio ridimensionamento
Un passo in avanti, uno laterale e due indietro. Dalla semifinale di Champions League, la Roma ha danzato in questa maniera e, dopo aver eliminato anni fa la parola scudetto, ora rischia di dover fare lo stesso con la Champions League. Out quest’anno, i giallorossi molto probabilmente rimarranno fuori dal tavolo delle big anche il prossimo anno, a meno di clamorosi scenari. L’obiettivo, adesso, è di difendere la posizione, rimanendo in trincea e mantenendo l’accesso diretto all’Europa League.
Il mercato, al momento, come prevedibile si concentra sulle possibili cessioni e, al massimo, su acquisti low cost a parametro zero.
È in atto un ridimensionamento, né più né meno, di certo favorito dalla volontà del proprietario di cedere il club. I continui cambi sia dei dirigenti, sia degli allenatori e sia dei calciatori non aiutano a formare un’identità del club, un gruppo unico che possa ottenere risultati sportivi. Le difficoltà economiche rendono difficile il mantenimento dello zoccolo duro della squadra e da qui non si scappa. La girandola dei cambi in dirigenza è, probabilmente, il fattore più preoccupante perché la stabilità deve partire dall’alto per poi estendersi a tutto l’ambiente.
Nulla di drammatico: così come dopo la semifinale di Champions la Roma sembrava poter spiccare definitivamente il volo, allo stesso modo adesso non è detto che si continui lungo la via della riduzione delle ambizioni. Bisogna però cambiare registro, forse proprietario, e ricominciare a investire sui giovani, che sono gli unici a garantire un futuro ad alto livello.