Punto e a capo
“Deve essere un punto di partenza, non di arrivo”. Eusebio Di Francesco ha già alzato l’asticella ed è giusto così: non è un punto a Stamford Bridge che cambierà la storia della Roma, ma è come è arrivato quel punto che può cominciare a muovere lo sterzo verso la strada giusta da intraprendere. A Londra la Roma ha avuto la forza, il coraggio e la lucidità di imporre la propria identità di gioco: ne consegue che questa identità sta cominciando a formarsi, forse per la prima volta nell’era americana della Roma. Cominciando, sì, perché l’idea forte è che ci siano ancora parecchi margini di miglioramento, sia per quanto riguarda le individualità, con il rientro dei diversi giocatori infortunati e un maggior adeguamento al sistema di quelli che ci sono già (i difensori, in particolar modo), che per quanto riguarda il sistema stesso, che è sembrato ancora monco di di quegli schemi offensivi provati e riprovati fin da Pinzolo, ancora difficili da riconoscere con i tre punti in palio.
Per il momento i singoli - Kolarov e Džeko su tutti - stanno sopperendo a questa mancanza e comunque l’apporto individuale rimarrà più che importante nell’arco della stagione, specie in un campionato come la Serie A. La novità con cui la Roma è tornata dall’Inghilterra è che potrà (e dovrà) lavorare su dei principi di gioco ben definiti con la consapevolezza materiale che essi possano portare risultati: le sconfitte - al di là del merito, che nel calcio conta relativamente - con Inter e Napoli rischiavano di minare convinzioni, il punto di Londra, per come è arrivato, dona credibilità al lavoro del tecnico prima di tutto davanti ai suoi giocatori. La cosa fondamentale, se si vuole tener fede all’idea di aver portato Di Francesco a Roma per creare un ciclo che duri nel tempo, è non cambiare via (se non in determinate occasioni che lo richiedono) e soprattutto cercare di non aggiungere involontariamente ostacoli ai tanti che già ci sono, specialmente da queste parti, dove un problema sollevato dal tecnico diventa un caso irrisolvibile in un amen. Un punto da tenere anche quando difficoltà, sfortuna e ed errori faranno la loro parte.