Luis Enrique in dieci giorni ha ribaltato la sua storia: De Rossi è ovunque, Taddei è instancabile
Se non è la Roma che Luis Enrique sognava, poco ci manca, anche se sappiamo quanto sia esigente il tecnico asturiano. La vittoria di Napoli non era stata un caso. A Bologna la squadra giallorossa ha stravinto, confermando tutti i progressi e aggiungendo anche qualcosa in più.
Senza fortuna, senza rischiare praticamente nulla. Una vera lezione di calcio per oltre 70 minuti, 2 gol segnati, almeno il doppio falliti e un possesso palla e una supremazia di grande qualità.
Luis Enrique mangerà il pandoro, il panettone e anche il torrone come si fa in Spagna. In dieci giorni ha ribaltato la sua storia nella capitale. Una rivincita personale niente male, per lui e per la Società, che lo ha sempre difeso nel momento più difficile. Dopo il crollo di Firenze c’era una sorta di bivio e tutti evidentemente hanno imboccato la stessa strada.
Senza scomodare esagerati paragoni con il Barcellona, al Dall’Ara si è vista la miglior Roma della stagione, che solo nel finale di match ha concesso qualcosa agli avversari, evidenziando però uno Stekelenburg finalmente all’altezza.
Così come capitan Totti, che da quando è tornato in campo sembra aver trasformato questa Roma. Non segna, ma fa segnare e soprattutto comincia a divertirsi sul serio nella sua nuova posizione di trequartista e imprescindibile punto di riferimento.
Il rigore sbagliato con la Juve e lo sfogo sono alle spalle e con lui tutta la squadra ha ritrovato entusiasmo ed energie. Quasi un peccato fermarsi. Osvaldo fa un gol a partita, 7° stagionale, Lamela irretisce gli avversari, De Rossi è ovunque, Taddei instancabile e pure goleador, Juan e Heinze coppia centrale ritrovata.
Per come era cominciata un quadro inaspettato, per chiudere positivamente il 2011 a quota 24 punti, 6° posto, insieme al Napoli, con vista non troppo distante sulla zona Europa. Da qui la Roma può ripartire e guardare con fiducia all’anno che verrà.