La scelta è stata fatta, adesso si costruisca la squadra migliore per Fonseca
Paulo Alexandre Rodrigues Fonseca da Nampula è il nuovo allenatore della Roma. Dopo qualche giorno in cui era "hold the line", in attesa di mettere per scritto la firma in calce sul contratto è arrivata l'ufficialità. Due anni più opzione per il terzo. Le prime parole da tecnico giallorosso parlano di motivazione per la nuova sfida. Subito al sodo dunque, lui che la Roma l'ha già sfidata, venendo sconfitto nel punteggio, meno nel gioco, grazie alle prodezze di Bruno Peres all'andata e di Edin Dzeko durante la partita di ritorno. "Una squadra storica". Questo l'appellativo del mister alla Roma, qualche tempo fa, quando tutto ancora non era neanche un'indiscrezione. Una scelta forzata, non era il primo nome sulla lista, ma non per questo può definirsi un ripiego. Ha vinto ovunque ha allenato, sia in Portogallo che in Ucraina, dove fare calcio (vedi solo il fatto che lo Shakhtar abbia dovuto lasciare il proprio stadio perché la Donbass Arena - un vero e proprio gioiello - è stata danneggiata da due ordigni bellici) non è facile. Calcio inteso come gioco. Se Fonseca è il nuovo allenatore della Roma è proprio per questo. Fu profeta dalla sala conferenza dell'Olimpico, quando a chi gli chiese di un suo futuro probabile in Italia, rispose così: "Grazie al calcio dimostrato dallo Shakhtar forse il valore di giocatori e allenatori in Ucraina è aumentato". Sistemato anche l'ultimo tassello mancante nell'organigramma giallorosso ora sarà tempo di calciomercato.
Qui la Roma non dovrà sbagliare, lo ha già fatto la scorsa stagione. Dopo essersi sfogato pubblicamente, facendo mea culpa per aver lasciato troppo spazio alle idee di Monchi, Pallotta dovrà allestire una squadra a immagine e somiglianza del tecnico. Inutile portare nella Capitale un allenatore da una forte identità tecnico-tattica per poi acquistargli giocatori poco funzionali al suo tipo di calcio. Senza pensare alle qualità del calciatore, l'esempio più lampante è quello di acquistare il Pastore di turno per inventarselo mezz'ala nel 4-3-3 Di Franceschiano, idem Cristante, trasformato in mediano. Questo sarebbe l'errore più grande che potrà fare il DS Petrachi. Anche perché se perseverare è diabolico, la storia recente del club, lo è altrettanto, sotto questo aspetto. Gioco offensivo, giocatori tecnici, dinamici, al quale aggiungere la cura dell'aspetto tattico associato a quello fisico e mentale. Se la scorsa stagione il plus doveva essere il fatto di avere una squadra rodata, in grado di poter lavorare fin dal primo giorno di ritiro al 100% dei suoi componenti, stavolta il tecnico dovrà trovare in fretta la sua squadra ideale, i suoi giocatori "chiave". Per definire così Dzeko ci mise una partita. Probabilmente non lo troverà, ma questa è storia. Il presente giallorosso è lui. Il primo tassello ufficiale del nuovo corso giallorosso (anche questa una vecchia storia). La scelta è stata fatta, adesso si faccia in modo di far rendere al meglio le qualità di chi è stato ritenuto in grado di riportare la Roma in Champions e perché no, farla vincere che non guasta mai.