La Roma si nasconde
Negli anni della gestione made in USA, siamo spesso stati abituati a vedere figure mediaticamente forti, riferimenti ben precisi che, anzi, correvano il rischio di vedersi accollata l’intera responsabilità di una società strutturata come la Roma sulle loro spalle. Walter Sabatini, Rudi Garcia, Luciano Spalletti, Monchi: quattro personalità abituate a stare sotto i riflettori, indirizzare e dividere il popolo giallorosso con i fatti ma anche con le loro dichiarazioni, da cui spesso ricavare sottotesti e interpretazioni. Anche da questo punto di vista, la Roma 2019-2020 sembra voler dare un taglio netto col passato. Gianluca Petrachi ha parlato solo un paio di volte - e una era la conferenza stampa della sua presentazione - mentre Paulo Fonseca è stato più volte esentato da conferenze stampa del dopogara delle amichevoli e ha parlato il minimo indispensabile alla TV ufficiale, evitando di dare titoli e comunque rimanendo concentrato su un campo che, in questo periodo della stagione, non può certo fornire chissà che spunti.
È dunque mutato un modus apparendi che era stato il cavallo di battaglia delle Roma precedenti, in favore di una strategia mediatica volta più a dare importanza al gruppo e al lavoro; pensandoci, è la trasposizione all’esterno di ciò che si sta cercando di fare dentro al campo. Due leader hanno lasciato già la Roma, uno è sempre sull’uscio della porta (e chissà se varcherà quella soglia), di altri, sembra, ci si libererebbe senza troppe preoccupazioni a riguardo. Meno star, sul terreno verde e fuori, che possano portare una maggiore unità di intenti, questione individuata come uno dei freni della scorsa stagione; un’arma, come tutte, a doppio taglio, perché un riferimento forte è sempre necessario in uno dei tanti momenti del bisogno che si susseguiranno nel corso della stagione. Intanto, la Roma si nasconde un po’ in attesa di capire se ci sarà sereno per poter uscire di nuovo.