L'intensità di Spalletti, la gara perfetta della Roma e il Paradiso che si avvicina
Nonostante i pronostici, la Roma vince una gara fondamentale e ipoteca il secondo posto. Tra le banalità più usate nel calcio, la prima è: “Nel calcio può succedere di tutto” ma, a questo punto, la Roma non ha più scuse per non arrivare seconda. Non ci sono alibi: squalifiche, infortuni, pali, rigori, nulla. La squadra di Spalletti ha il dovere di vincere contro un Chievo già in vacanza e contro un Genoa in crisi nera, che potrebbe già essere salvo all'ultima giornata. La squadra ha giocato con una tigna che è stata spesso la caratteristica principale della Juventus. Ha giocato la gara perfetta, schiantando una Juve distratta ma comunque facendo quello che, quest'anno, era riuscito solo al Genoa nel girone di andata: segnare tre gol alla Vecchia Signora e condannandola alla quinta sconfitta stagionale (una in più del Napoli).
MOTIVAZIONI – Contano tantissimo e non solo nel calcio. La Juventus, reduce dalla Champions e con l'obiettivo Coppa Italia, ha giocato istintivamente con meno attenzione, sapendo di avere lo scudetto già in tasca. Allo stesso modo, il Torino non è stato irresistibile contro il Napoli, non avendo più nulla da chiedere al campionato e dovendo affrontare una squadra alla disperata ricerca del secondo posto.
SPALLETTI – Difficile pensare che il tecnico toscano rimarrà anche il prossimo anno ma ha vissuto la gara contro la Juve con l'intensità di un tifoso di Curva. Nella ripresa, si è scatenato stando più fuori che dentro l'area tecnica. Ha richiamato e teleguidato i suoi giocatori, ha allargato le braccia, scosso la testa, urlato, si è dimenato conscio dell'importanza che il secondo posto avrebbe per la Roma. A prescindere da un futuro che, tra un paio di settimana, sarà più chiaro. Per tutti.