Ipotesi di cambiamento
Per la Roma, difficoltà sul mercato e sul campo sembrano andare di pari passo. Lo stop (momentaneo?) alla trattativa Mahrez sta lasciando Di Francesco senza il suo esterno destro di piede mancino a ormai pochi giorni dall’inizio del campionato, così come c’è ancora molto da lavorare con chi già c’è sul piano dell’apprendimento del sistema di gioco del tecnico. La stagione deve ancora albeggiare, i due ostacoli iniziali sono tosti ma a priori non possono determinare l’esito dell’intera campagna, se si vuole tentare di costruire una Roma con un’identità solida ci vorrà ancora del tempo ed è giusto concederlo sia a chi sta dietro a una scrivania che a chi indossa le scarpe da calcio. Deve però essere un tempo ben speso e soprattutto devono esserci i presupposti per farlo.
Ecco dunque che nella testa un po’ di tutti il dubbio - lecito, finché resta tale, almeno in questo frangente - comincia a serpeggiare: è questa la strada giusta? Chiaro, se si fosse voluto fare qualcosa di diverso probabilmente non si sarebbe andati a prendere Di Francesco (trattandolo estenuantemente con il Sassuolo), ma la storia recente del calcio capitolino e non è piena di cambiamenti inaspettati e repentini che hanno portato a trovare la quadra in un gruppo che non la aveva. Sulla lista delle alternative a Riyad Mahrez al momento ci sono tutti nomi che, per un motivo o per l’altro, non convincono al 100% e, nell’ottica della realizzazione di quanto ci si è prefissati a livello tattico, non sarebbe funzionale neanche rinunciare a quell’innesto per mancanza di profili credibili, visto che Alessandro Florenzi - oltre ad arrivare da due infortuni al legamento crociato - ha certamente caratteristiche diverse rispetto a quanto si è cercato in queste settimane. La scelta, dunque, è la solita: insistere per trovare una soluzione che permetta di rimanere sulla strada presa all’inizio, avendo ben chiari i problemi da risolvere, oppure fare di necessità virtù e trovare una via alternativa, con tutte le incognite del caso ma evitando qualche scoglio forse più alto di quel che si può scalare.