Gol a grappoli per la Roma, la metamorfosi di Garcia e la classe infinita di Maicon
Venticinque gol segnati, più del doppio di Juve, Milan e Inter, più di Napoli e Fiorentina, più di tutti. Una marea. Dodici gol subìti, più di Napoli, Fiorentina, Inter e Sassuolo, addirittura più di Chievo e Atalanta e tanti quanti il Frosinone. Numeri pazzeschi per un campionato anomalo ma, anche per questo, molto intrigante. La Juve, al netto di clamorosi miracoli, è fuori dai giochi. Se si rimette in sesto può competere per il terzo posto. L'Inter ha una rosa attrezzata per andare lontano ma non convince e la gara di sabato servirà anche per capire dove potrà arrivare la squadra di Mancini e se la Roma abbia fatto quel definitivo salto di qualità per poter ambire allo scudetto.
DIAMO A GARCIA QUEL CHE È DI GARCIA - Il tecnico francese ha avuto il grande merito di saper cambiare la sua Roma in queste settimane. Contro l'Udinese ha schierato un 4-1-4-1, con Nainggolan vertice basso e Florenzi centrocampista centrale, sponda sinistra. Ha rivitalizzato Pjanic che, gol a parte, è ormai sempre nel vivo del gioco. Ha dato fiducia a Gervinho anche quando nessuno lo avrebbe fatto giocare e l'ivoriano lo sta ripagando con prestazioni di sostanza e qualità, sacrificandosi anche in fase difensiva.
Volendo trovare il pelo nell'uovo, quando la squadra crede di aver vinto ormai la partita si rilassa e concede campo agli avversari. Era successo contro la Juventus, contro il Palermo, contro il Bayer Leverkusen (ed è costato caro) e in qualche modo anche contro l'Udinese. I friulani non hanno mai dato l'impressione di poter veramente recuperare il match ma l'obiettivo dei giallorossi dovrà essere quello di rimanere concentrati fino al 90'.
Capitolo Maicon: contro il Carpi aveva fatto un assist e procurato un gol, contro l'Udinese ha fatto un assist, un gol pazzesco e dai suoi piedi sono partite tutte le occasioni più pericolose del primo tempo. Forse non è finito, come molti credevano. Forse.