Finalmente quarti. Con un "però"
“La Roma è quarta” era forse l’unica frase più attesa da queste parti rispetto a “la Roma vince fuori casa” e i giallorossi a Reggio Emilia hanno dato modo di formulare entrambe: un merito che, al di là dell’ormai consueta episodicità dei successi ottenuti, può essere ascritto a una squadra che nonostante tutto è almeno apparentemente in lotta per il fatidico accesso in Champions League, senza considerare la lontana ma ancora raggiungibile porta di servizio del quinto posto o magari del successo in Europa League per entrare in quelle che saranno le magnifiche 36 d’Europa a partire dalla prossima stagione.
Ma come in quasi ogni cosa che riguarda la Roma, sia in positivo, che in negativo, c’è un "però", ed è un "però" che ha sottolineato preventivamente Mourinho: per come è configurato il calendario del girone d’andata dei giallorossi, la prima classifica che avrà un valore sufficientemente definito sarà quella della diciannovesima giornata. Perché delle quattordici partite giocate dai capitolini fino a questo momento, undici sono state contro le ultime undici della classifica: quattordici gare da cui sono scaturiti 23 dei 24 punti fin qui raccolti, un bottino all’apparenza importante, ma che in realtà poteva essere migliore.
Nelle gare fin qui disputate contro le squadre dalla decima in giù, la Roma ha la terzultima media punti tra le prime 9 in classifica ed è l’unica che ha già esaurito tutti i bonus nella prima tornata. La Juventus è in corsa per il titolo proprio grazie al quasi filotto nelle gare più facili, con 21 punti in 8 gare che portano una media di oltre 2,6, contro i 2,09 della Roma. Il ridimensionato Napoli di quest’anno ha finora fatto meglio della Roma con 19 punti in 8 gare, così come l’Atalanta da cui al momento i giallorossi sono a distanza di sicurezza. Persino l’incerto Milan di quest’anno (16 punti in 7 gare) e la rivelazione Bologna (19 in 9) hanno una media migliore, e hanno tutte a disposizione delle partite “facili” da qui alla fine del girone d’andata.
Insomma, contro le piccole la Roma ha costruito la sua classifica e ha fatto generalmente benino, ma poteva e doveva fare meglio proprio in previsione dell’impennata di difficoltà degli impegni del prossimo paio di mesi, specie considerando lo storico molto povero nei cosiddetti scontri diretti. Che a questo punto possono diventare un’occasione, perché arrivano in ottimo momento per la squadra di Mourinho, che a Reggio Emilia non avrà brillato ma che da lì è tornata nella Capitale con convinzione e soprattutto unione tra le parti in causa: era da tempo che tifo, allenatore e soprattutto proprietà (rappresentata da Tiago Pinto prima della partita) non andavano in modo così netto nella stessa direzione e questo potrà senz’altro rappresentare un plus fondamentale in questo periodo così difficile e già a suo modo decisivo.