Family Day
"La cosa che più sale agli occhi è vedere l'emozione dei ragazzi negli abbracci, come se fossero prigionieri di qualcosa”. Parola di Luciano Spalletti ed è questa la fotografia di Roma-Frosinone, una partita che ha riconsegnato ai tifosi (i pochi presenti) un po' di allegria e di entusiasmo. Il gioco stenta a decollare ma i tre punti erano necessari sia per la classifica e sia per poter lavorare con tranquillità. La strada però è segnata: si difende a quattro e si attacca con la difesa a tre. La chiave è sapersi trasformare: in questo caso è stato Rüdiger l'ago della bilancia. Con il Frosinone in attacco, il tedesco si è abbasso a fare il terzino destro mentre con la Roma in possesso palla l'ex Stoccarda ha sgroppato sulla fascia con l'energia di un ragazzino e la sfrontatezza di un veterano, seppur non supportato da una tecnica eccellente.
Tant'è e tanto basta per poter sorridere un po'. Fattore da non sottovalutare in una stagione che, finora, ha regalato una serie infinita di amarezze. Basti pensare che, dal derby in poi, questa è solamente la seconda vittoria, dopo quella contro il Genoa ottenuta sempre all'Olimpico.
ABBRACCI – Tanti gli abbracci in campo, a testimoniare la volontà di risalire la china insieme. Spalletti si è calato bene nella trincea giallorossa e, indossato l'elmo, ha preso di petto la situazione. Cambiare modulo è stato un atto di coraggio (d'altronde fare scelte è il suo mestiere) e la sfida sarà anche quella di rivitalizzare alcuni giocatori in seria difficoltà. Primo fra tutti Edin Dzeko: quando l'ex City è uscito dal campo, Spalletti lo chiamato a sé per dargli il cinque e una pacca sulle spalle. Un piccolo gesto, per carità, che testimonia comunque l'attenzione del tecnico toscano ai dettagli, considerando il delicato momento che sta attraversando l'attaccante bosniaco.
LAVORARE – Sarebbe importantissimo ottenere i tre punti anche contro il Sassuolo per dare fiducia a tutto l'ambiente, in primis ai giocatori. Fiducia e tranquillità per poter lavorare perché il gioco ancora arranca e, soprattutto all'inizio, si sono aperte troppo spesso delle voragini a centrocampo che il Frosinone non ha saputo sfruttare. Nainggolan da centrocampista avanzato convince sempre di più e non solo per il gol realizzato (non può comunque essere un caso se le uniche due reti stagionali del belga siano arrivate con Spalletti) mentre su Pjanic bisognerà lavorare parecchio perché più il bosniaco si allontana dalla porta e meno riesce a incidere e non è un caso nemmeno che il gol sia arrivato poco dopo l'avanzamento dell'ex Lione di qualche metro, vicino a Totti.
EL SHAARAWY - Oltre a un po' di serenità, alla Roma in questi mesi sono mancati anche i grandi colpi, le grandi giocate, gli episodi che improvvisamente cambiano una partita e, a volte, una stagione. Benvenuto Faraone.