Due viaggi, sei punti: compiti fatti per una Roma di lotta e qualità
Cosa c’è di peggio di giocare due trasferte consecutive in poco più di 72 ore, con l’obbligo di vincerne una per sistemare le cose in Europa e l’altra per tenere il passo delle rivali per il quarto posto? Non molte cose, ma la Roma questa domanda non se l’è posta, dopo averla pagata l'ultima volta, e ha svolto entrambi i compiti alla perfezione, pur, ovviamente, con diverse modalità. Se a Istanbul era stato semplice sia prendersi il vantaggio che gestirlo, a Verona la Roma ha dovuto lottare contro il campo, la stanchezza (specie dei difensori) e, soprattutto, contro un avversario terribilmente organizzato, bravo a pressare, a tenere i ritmi alti e sempre consapevole di cosa fare con il pallone. L’Hellas è stato spesso definito una piccola Atalanta e il campo non ha smentito questa definizione, molto pericolosa se si pensa ai tanti precedenti negativi contro gli orobici di Gasperini, non a caso maestro di Ivan Juric. La differenza di qualità tra le due squadre, però, è abbastanza evidente e contro gli scaligeri la Roma ha fatto valere la sua, di qualità, vincendo soprattutto con le giocate dei propri singoli, decisivi in tutti e tre i gol segnati.
L’assist di Lorenzo Pellegrini, il controllo di Justin Kluivert, il tracciante di Cengiz Ünder (forse il peggiore in campo, ma comunque determinante) per Dzeko e l’esterno di Diego Perotti per Mkhitaryan sono giocate che fanno la differenza, quelle che ti aspetti quando la situazione si fa difficile. Si era detto tante volte nelle scorse settimane come le assenze avessero pesato, obbligando i giallorossi a essere più tosti che belli; ora che la quota di talento a disposizione di Fonseca si è ristabilita, quelle settimane passate a combattere sono servite di lezione, per una somma il cui risultato è quello che la Roma ha portato a casa dal Bentegodi, in un turno in cui le rivali per la corsa alla Champions League avevano tutte compiti più semplici. Non si poteva chiedere di meglio da questo doppio viaggio, in attesa del terzo, quello contro l’Inter, che avrà un coefficiente di difficoltà altissimo.