Decidere. Oltre il risultato
La panchina di Eusebio Di Francesco traballa ormai da più di qualche settimana, tra risultati negativi, un gioco che non decolla e provvedimenti presi e ritirati, utilizzati come un defibrillatore per un cuore che ormai batte pochissimo, se non per nulla. Da più di qualche settimana “la prossima partita può essere quella decisiva”, come se fossero ancora solo i risultati l’ago della bilancia dell’operato del tecnico. Da tanto, troppo tempo, mancano miglioramenti su difetti che, in certi casi, ci si porta anche dalla passata stagione, sia a livello tecnico che, soprattutto, caratteriale, con una squadra che ora è incapace di dare segni tangibili di vita anche in una situazione del tutto priva di pressione (ma non di stimoli, vedi Pastore o Marcano) come la partita di Plzen, che ha dato segnali inquietanti. Confermati dalla conclusione del ritiro, che non era la panacea prima e che ora suona in modo abbastanza evidente come un tentativo casuale - e fallito - di tirare fuori nuovamente qualcosa da giocatori che sembrano svuotati.
Domenica la Roma scende in campo contro il Genoa, curiosamente lo stesso avversario di una gara del 2015 in cui la Roma, con Rudi Garcia in panchina, non giocò meglio di tante altre volte, ma vinse la partita, prolungando la vita in panchina del tecnico francese per appena altre due gare, giocate dopo la sosta natalizia. Possibile dimostrazione che non è il numero di punti che può determinare una decisione di questo tipo, che deve derivare da una valutazione più ampia che possa risolvere il problema il prima possibile. Con lo stesso principio di allora, battere il Genoa - magari casualmente - significherebbe rendere un esame la partita successiva contro la Juventus - quella con le maggiori attenuanti - o magari rinviarlo a quella contro il Sassuolo, che precederebbe di tre giorni quella contro il Parma prima della sosta, con tempi tecnici o motivazioni insufficienti per procedere di volta in volta a un eventuale esonero, magari a fronte di nessun miglioramento - o magari, di qualche peggioramento - della situazione. Bisogna andare oltre il risultato, e stavolta non è una dichiarazione d’amore dei tifosi, pronti a far sapere la loro domenica sera, a prescindere da cosa si voglia decidere di fare.