Creato poco, capitalizzato molto e rischiato abbastanza
La premessa è che era fondamentale passare il turno, in qualsiasi modo. Al contrario, la scure del fallimento si sarebbe abbattuta con violenza sulla squadra, decapitando la Roma e gettando l’ambiente nel pessimismo più cosmico. Insomma, sarebbe stato un disastro e questo Fonseca lo sa, avendo difeso il risultato in tutti i modi e con tutte le sostituzioni possibili, terminando la partita con un ameno 5-3-2.
I giallorossi sono sembrati allo stesso modo più spaventati per un eventuale gol belga che propensi a dominare un avversario non irresistibile per chiudere la pratica senza troppi affanni. Un atteggiamento frutto probabilmente del momento delicato, del difficile 2020 capitolino che ha messo a dura prova le certezze conquistate nella prima parte della stagione.
Premesso ciò, se la Roma avesse in campionato il cinismo avuto nel doppio confronto sarebbe certamente in zona Champions, se non più in alto. I giallorossi hanno creato poco, capitalizzato molto e rischiato abbastanza. La poca precisione dei calciatori avversari ha dato una grande mano, con Pau Lopez impegnato sì molte volte ma mai con interventi difficili.
La Roma è guarita? Ancora no.
In compenso, nonostante la malattia, è ancora in corsa in Europa League e distante, ma non distantissima, dal quarto posto. Mission difficile, non impossible. Servirà però ritrovare brillantezza. Quella vista contro il Lecce, contro la Lazio. Servirà trovare continuità a cominciare dalla sfida contro il Cagliari. Servirà sbagliare di meno, fare meno errori individuali. La qualificazione non illuda ma dia forza perché servirà tutta un’altra Roma per essere soddisfatti a fine anno.