Circoli virtuosi e circoli viziosi

18.06.2017 23:33 di  Gabriele Chiocchio  Twitter:    vedi letture
Fonte: L'editoriale di Gabriele Chiocchio
Circoli virtuosi e circoli viziosi
Vocegiallorossa.it

Entusiasmo. Non vittorie, piazzamenti o trofei, l’obiettivo fissato è l’entusiasmo. Obiettivo ma anche benzina per raggiungerlo, un circolo virtuoso che la Roma prova ad avviare per l’ennesima volta e possibilmente a tenere vivo per più tempo possibile. Si può dire che l’arrivo di Di Francesco e la nuova epifania di Monchi abbiano messo nel serbatoio parecchio di questo carburante, bisogna però vedere quanta spinta e che qualità di spinta esso può generare. A conti fatti, si respirava lo stesso entusiasmo, per esempio, nel 2011, quando Walter Sabatini entrò a Trigoria per annunciare di voler fare calcio, nel 2013 quando Rudi Garcia affermò di essere arrivato per vincere, nel 2014 quando si disse che Medhi Benatia non sarebbe partito per meno di 61 milioni di euro, nel 2016 quando Luciano Spalletti tornò per “finire il lavoro”.

Al cambiamento si abbina sempre la speranza di migliorare, anche se i presupposti, per alcuni aspetti come pura e semplice apparenza, per altri come fatto, sono gli stessi della volta precedente. A ogni cambio di direttore sportivo si chiede maggiore pragmatismo e chiarezza rispetto al predecessore, da ogni nuovo allenatore si pretende la famigerata normalità persa strada facendo da chi c’era prima. In generale, a stagione in svolgimento, quando i tesserati rilasciano interviste spesso banali per rispettare i contratti con le televisioni, il mantra è “meno chiacchiere e più fatti”, prima di cominciare invece ci si infiamma per qualsiasi dichiarazione di apparente discontinuità salvo poi restare delusi e arrivare a cercare il pelo nell’uovo in quelle stesse parole quando le cose non vanno bene. Potere di giornate trascorse senza calcio giocato in maglia giallorossa, di un calciomercato ormai più raccontato che descritto, ma anche di un circolo, stavolta vizioso, che, al contrario del suo omologo, dentro il GRA non si spegne mai. È il momento delle parole e quando mancano poco meno di tre settimane alla partenza della nuova stagione, solo le parole possono generare entusiasmo: l’importante sarà mantenerlo per quando servirà davvero.