Basta far trapelare "irritazione" o "fastidio", è ora che Friedkin parli
Lo sfogo di José Mourinho nel postpartita di Inter-Roma ha diviso ancora la tifoseria. Da una parte c’è chi è d’accordo con il mister perché, con due giorni in meno di preparazione al match e con una rosa rabberciata, difficilmente si sarebbe potuto fare qualcosa di meglio contro i nerazzurri. Dall’altra parte, però, altri lo criticano perché sono stufi sempre di sentire le stesse cose, da un organico non all’altezza delle aspettative, alle lamentele con la Lega e alle accuse all’arbitro di turno.
Quello che dice Mourinho può essere più o meno condivisibile, ma non deve essere sempre lui a puntualizzare le cose. Ci ha provato anche Tiago Pinto a farsi sentire, ma è ancora troppo poco. Si ha la sensazione che la Roma non abbia peso politico e per questo venga poco rispettata dagli organi competenti. Precisiamo. Non vogliamo dire che esista uno schema preciso atto a denigrare la Roma, i giallorossi non sono vittima di alcun sistema preordinato. Tuttavia, alcune questioni meriterebbero quantomeno una spiegazione.
Perché la Roma non gioca mai di lunedì al contrario di Atalanta e Fiorentina che, come i giallorossi, hanno gli impegni europei il giovedì? Perché Sarri non viene squalificato quando dice “Ghersini va fermato” mentre Mourinho sì quando afferma che “Chiffi è il peggior arbitro della mia vita”? Perché Gravina, presidente della FIGC ed esponente del calcio italiano, dopo la finale di Europa League arbitrata in quella maniera da Taylor, anziché sostenere la Roma praticamente la invita a smettere di lamentarsi?
Tutte queste situazioni rientrato nel “poco rispettata” di cui sopra. Se Mourinho e Tiago Pinto non bastano, è qui che serve l’intervento del presidente. La linea di Dan Friedkin è ormai nota a tutti: zero parole, ma fatti. Ecco, sui fatti c’è poco da dire perché questa presidenza ha reso possibile qualcosa di impensabile come gli arrivi di Mourinho, Dybala e Lukaku.
È arrivato però il momento di far sentire la propria voce. Il calcio italiano ed europeo deve sapere che la Roma ha una presidenza presente non solo fisicamente, ma anche a parole. È finito il tempo di far trapelare l’irritazione o il fastidio, come nel caso delle dichiarazioni dell’AD della Lega Luigi De Siervo su Mourinho, ma è giunta l’ora di replicare pubblicamente.
Magari anche facendosi sentire vocalmente non cambierà nulla, però si darebbe senz’altro un segnale a tutti: il silenzio del presidente è durato fin troppo.