A due giornate dalla fine bisognerebbe avere una squadra in crescita e non in balìa degli eventi
Difficile commentare una gara come quella contro il Chievo. Tutto sembrava tranne che una partita di calcio. Peccato perché, con una situazione atmosferica differente e con un campo praticabile, si sarebbe potuto capire e vedere qualcosa in più. Ad oggi, se la partita di Verona fosse stata l’ultima del campionato, la Roma si troverebbe fuori da tutti gli obiettivi prefissati. Settima in classifica, con il sogno del terzo posto totalmente accantonato e l’accesso all’Europa League diventato una chimera, la squadra di Luis Enrique si troverebbe a fare i conti con una realtà tutt’altro che piacevole. A tenere banco in questi giorni oltre le sorti della squadra ci sono anche i rumors che riguardano il futuro del mister asturiano. Fortemente contestato dalla tifoseria, Luis Enrique ha promesso che parlerà e chiarirà il suo destino solo a fine stagione. Fino ad allora continuerà a svolgere il suo lavoro occupandosi delle gare che rimangono, volta per volta. La dirigenza, per ora, continua ad esprimere solidarietà e fiducia nei confronti del tecnico e anche i calciatori non perdono occasione per ribadire la loro stima per il mister.
C’è però qualcosa che non va. Sicuramente il prossimo anno qualcosa dovrà cambiare. Alla stato dei fatti, se l’andamento della squadra dovesse continuare ad essere così altalenante, non si potrebbero trovare più scusanti. Il rodaggio della prima stagione è stato fatto. A due giornate dalla fine bisognerebbe trovarsi davanti una squadra in crescita e non in balìa degli eventi. Se questo cambiamento sarà frutto di un nuovo allenatore o di altri investimenti solo con il tempo si potrà sapere. Rimane comunque un gran rammarico per non aver saputo sfruttare le occasioni che questo campionato ha portato con sé e la poca concentrazione che in troppe occasioni è scesa in campo. Nel futuro della Roma per adesso c’è il Catania e il Cesena, dopo di loro, si tireranno le somme.