Cambio Campo - Turco: "Torino abile nel far giocar male gli avversari. Mi ha colpito la velocità con cui Fonseca si è adattato al calcio italiano"
Torna l'appuntamento con "Cambio Campo", la rubrica di Vocegiallorossa.it nella quale, prima di ogni partita della Roma, vi proponiamo un'intervista ad un giornalista che segue la squadra avversaria.
L’ospite di oggi è Fabrizio Turco, giornalista de la Repubblica, con il quale abbiamo parlato di Roma-Torino.
Tanti indisponibili per Mazzarri, quanto peseranno le assenze?
"Certamente peseranno perché mancano quasi 9 giocatori, sono assenze significative e costringono il tecnico a non poter fare scelte di formazione, la squadra è praticamente fatta. Detto questo, dal Torino ci si aspetta comunque una reazione, dopo gli ultimi mesi di alti e bassi".
Il cammino del Torino in campionato è stato altalenante, cos'è mancato agli uomini di Mazzarri rispetto allo scorso anno, quando riuscirono a raggiungere la qualificazione ai preliminari di Europa League?
"È mancata sicuramente la continuità, lo si capisce leggendo i risultati. 8 sconfitte in 17 partite sono il segno di una squadra fragile, al contrario di quanto accaduto lo scorso anno. Probabilmente ci sono stati dei problemi che hanno inciso, come le assenze legate agli infortuni e il mancato rendimento di alcuni singoli: uno su tutti Verdi, che è stato preso per fare il salto di qualità, ma per il momento ha deluso".
Si sono conclusi i primi mesi in Italia di Fonseca, cosa l'ha sorpresa di più del tecnico portoghese?
"La capacità di inserirsi in un calcio e in una società completamente diversi da quelli a cui era abituato. Di solito per un giocatore, e ancor di più per un allenatore, occorre del tempo per ambientarsi. Fonseca invece è stato estremamente abile nel capire le esigenze del campionato, da un punto di vista tattico, e di una piazza che si attende molto dalla squadra. Una piazza, quella della Roma, simile per passione a quella del Torino, e dove c'è tanta passione spesso si perde equilibrio nei giudizi. Il portoghese è stato bravo nel comprendere al meglio come inserirsi in un contesto del genere".
Dal punto di vista tattico, che gara si aspetta? Quale sarà l'atteggiamento del Torino?
"Il Torino fatica ad imporre il proprio gioco e a fare la partita quando si trova di fronte avversari più deboli, ma è abile nel non far giocare gli avversari. Oltre a questo, gli uomini di Mazzarri hanno dimostrato di sapersi compattare nei momenti complicati, proponendo grandi prestazioni inaspettate. Se la Roma si aspetta una partita facile ed agevole, il rischio per i giallorossi è quello di risvegliarsi con una delusione".
Sulla fascia sinistra del Torino si affronteranno Ola Aina e Zaniolo. È un duello individuale che potrebbe indirizzare il match?
"Sarà un faccia a faccia molto bello e interessante, tra due giocatori con un futuro importante davanti. Zaniolo ha già mostrato le sue enormi qualità, mentre Aina in questa stagione sta faticando un po' di più, rispetto all'anno scorso quando sorprese tutti. Per l'esterno del Torino si tratta di una buona possibilità per mettersi in mostra, dopo i primi mesi di campionato decisamente sottotono, ma di fronte ha un calciatore che non gli concederà nulla".
Com'è stata vissuta la vicenda Petrachi a Torino? È vera la storia del database portato via dal direttore sportivo?
"Credo che quando una persona lavora, è normale che possa fare delle copie di ciò che elabora. Vale per noi giornalisti quando scriviamo i pezzi, come per tutte le altre professioni, credo sia una cosa che rientra nel quotidiano. A Torino il divorzio con Petrachi è stato vissuto come uno strappo inatteso, perché il legame tra il direttore sportivo e la società era molto stretto. Sicuramente poi ci saranno state delle vicende tra Cairo e Petrachi che noi non conosciamo e che hanno incrinato i rapporti. Ogni bella storia può finire e talvolta, quando le belle storie finiscono, possono farlo in maniera traumatica".