Pjanic, ora sono 9 le perle da fermo: superato Assunçao nel duello tra cecchini

13.10.2015 06:00 di  Claudio Lollobrigida  Twitter:    vedi letture
Pjanic, ora sono 9 le perle da fermo: superato Assunçao nel duello tra cecchini
Vocegiallorossa.it
© foto di Federico Gaetano

Con il suo arrivo a Roma, nell'estate 2011, Miralem Pjanic ha portato in dono ai giallorossi nove gioielli assai preziosi. Tanti, infatti, sono i gol su punizione messi a segno dall'ex allievo di Juninho Pernambucano con la maglia romanista. L'ultimo, il 26 settembre scorso, contro il Carpi, da posizione molto ravvicinata. Alzi la mano chi, pochi istanti prima della battuta, non si era già preparato ad esultare, come si trattasse quasi di un rigore. Perché è questa la sensazione che Pjanic trasmette a compagni, allenatore e tifosi quando posiziona il pallone su una delle sue mattonelle. 

Tolta la breve e non indimenticabile parentesi di Julio Baptista - che pure regalò qualche perla sparsa qua e là nella sua avventura nella Capitale - solo un altro calciatore aveva trasmesso le stesse sensazioni di sicurezza per i suoi e di massima preoccupazione per gli avversari al momento di calciare una punizione: si parla di Marcos Assunçao, centrocampista brasiliano passato dalle parti di Trigoria nel mezzo del ciclo Capello, quello che portò il terzo scudetto nella Roma giallorossa. Sei in tutto le reti realizzate dall'ormai 39enne - percentuale davvero non male se si considerano i 10 gol totali - tra il 2000 e il 2002. La prima contro l'Inter all'Olimpico, nell'anno dello scudetto, che però ancora non mostrò in pieno quello che Assunçao sapeva fare col suo destro: un cross, più che un tiro, Montella che va sul pallone senza toccarlo; tanto basta per ingannare Frey, che si fa sorprendere dal rimbalzo e rimane immobile. Da lì in poi altre 5 perle, contro Brescia, Atalanta, Bologna, Parma e Piacenza, impreziosite da una statistica che rende quei lampi di classe ancora più preziosi: nelle sei partite in cui Assunçao ha lasciato il suo sigillo, la Roma ha sempre fatto punti: 5 vittorie e un solo pareggio, a Bergamo.

Ora c'è Pjanic a imitare quei colpi e, anzi, a superarli: 9 - dicevamo - le segnature del Piccolo Principe da calcio da fermo, a partire dal 29 gennaio del 2012, contro il Bologna. In quello stesso, sofferto anno, arriva anche il gol derby, con una battuta da lontanissimo che sorprende Marchetti fuori dai pali, con tanto di esultanza polemica nei confronti di Zeman. Con l'addio del boemo, Pjanic trova due tecnici che gli danno fiducia incondizionata, Andreazzoli e Garcia. Con il primo, semplice timoniere, il numero 15 regala alla Roma i tre punti nella neve di Bergamo con un gioiello dal limite; con il francese il boom: in due anni e due mesi Pjanic castiga, nell'ordine, Napoli, Sampdoria, Parma, Inter e, in questo inizio di stagione, Juventus e Carpi. E i tifosi si sfregano le mani, pregustando già nuove e imminenti pennellate del Giotto dell'est.