La rivelazione Mangia all'Olimpico per curare il mal di trasferta: analisi e possibili alternative del suo 4-4-2

21.10.2011 18:30 di  Simone Francioli   vedi letture
La rivelazione Mangia all'Olimpico per curare il mal di trasferta: analisi e possibili alternative del suo 4-4-2
Vocegiallorossa.it
© foto di Marco Iorio/Image Sport

Dopo la sconfitta nel derby contro la Lazio, la Roma di Luis Enrique affronterà, nella quarta gara interna stagionale in campionato, il Palermo della rivelazione Devis Mangia, al primo anno in una panchina di Serie A. Sarà il secondo match, dopo lo 0-0 colto contro la Lazio, che l'ex allenatore della primavera rosanero disputerà allo stadio Olimpico, mentre, considerando anche le giovanili, si tratterà del confronto numero due per il tecnico lombardo contro i giallorossi. Il primo, che diede il titolo alla Roma di Alberto De Rossi, è datato 13 giugno: sul neutro di Pistoia, la squadra capitanata da Alessandro Florenzi, sconfisse per 3-2 la primavera del Varese guidata dall'attuale tecnico palermitano (tripletta di Montini).

Chiamato a sorpresa dal Presidente Zamparini dopo l'esonero di Pioli, Mangia ha cercato di imporre da subito il modulo che lo ha sempre contraddistinto nella sua breve carriera da allenatore (iniziata in un Varese-Rhodense 0-1 del 31 ottobre 2004, Eccellenza): il 4-4-2 lineare. Ritmo, compattezza, pressing e gioco sulle fasce: queste le caratteristiche chiave dello scacchiere tattico con il quale Mangia sta forgiando la squadra siciliana. Due le novità essenziali introdotte dal tecnico di Cernusco sul Naviglio: lo spostamento di Migliaccio nel ruolo di centrale difensivo (dove l'ex atalantino sta rendendo molto bene) e l'utilizzo di esterni atipici sulle fasce laterali quali Iličič, Zahavi e Bertolo. Solitamente difatti si può notare come i tre giocatori, soprattutto lo sloveno e l'israeliano ex Hapoel Tel Aviv, cerchino l'accentramento durante la fase offensiva della squadra per imbastire azioni veloci con le due punte. Chi si occupa di arrivare fino in fondo e crossare in mezzo sono invece i due laterali di difesa che approfittano del movimento dei "finti" esterni d'attacco: Balzaretti e Pisano. Di conseguenza viene richiesto un lavoro enorme di copertura ai due interni di centrocampo, Barreto e Della Rocca, i quali hanno l'obiettivo di tenere la squadra unita durante il ripiegamento difensivo. Molto importante anche il pressing alto: Mangia vuole dai due centravanti una pressione costante, fin dalla trequarti avversaria, nei confronti dei portatori di palla rivali, cercando di riconquistare il possesso palla e ripartire immediatamente con la velocità di Miccoli o Hernández. La costruzione del gioco parte quasi esclusivamente dai due difensori centrali: l'avanzamento richiesto da Mangia deve essere, finché possibile, con la palla a terra e solo in qualche rara eccezione il neo portiere Tzorvas lancia lungo alla ricerca di Pinilla, bravo a fare da sponda per i compagni. Tuttavia il Palermo, allo stato attuale, sembra mancare di personalità nelle gare giocate in trasferta: se al "Renzo Barbera" sono giunte tre vittorie su tre con nove reti realizzate, fuori dalle mura amiche gli undici del Presidente Zamparini faticano ad imporre il loro gioco. I dati sono totalmente opposti rispetto ai matches interni: nessuna rete all'attivo, zero tiri nello specchio della porta in due sfide su tre (contro Milan e Atalanta) e percentuale di pericolosità che si attesta al 21.6% (dinanzi al 62,9% medio raccolto nelle partite casalinghe).
Per questo motivo, con Zamparini che spinge per questa soluzione, Mangia per la prima volta potrebbe proporre in campo un'alternativa al solito 4-4-2: in ballottaggio ci sono il 4-3-1-2 e il 4-3-2-1. In entrambe le soluzioni la novità principale sarebbe l'impiego del trequartista (due nel secondo caso). L'indiziato numero uno per ricoprire questo ruolo sarebbe Josip Iličič, il quale ritornerebbe a giostrare nella posizione di campo che preferisce (e dove Delio Rossi lo ha sempre utilizzato) mentre, in caso di 4-3-2-1 (provato in settimana), la probabile coppia dietro l'unico centravanti sarebbe composta da Zahavi e Iličič. Con questo modulo, possibile il ritorno a centrocampo di Migliaccio con l'innesto tra i centrali difensivi dell'argentino ex Tolosa Cetto. La Roma dovrà prestare particolare attenzione soprattutto al secondo tempo dei rosanero: difatti sei dei nove gol realizzati dai siciliani sono giunti in questa porzione di partita, di cui ben quattro nell'ultimo quarto d'ora. Stessi numeri anche per quel che concerne le reti subite: sei su nove sono arrivati nei secondi 45 minuti di gioco, tre dei quali dal 76' in poi.

Roma che porta bene a Fabrizio Miccoli: è la squadra a cui ha segnato più gol in carriera con ben sette centri all'attivo, due dei quali marcati all'Olimpico (il primo risale ad un Roma-Perugia del 3 novembre 2002). Oltre al brevilineo attaccante pugliese, i difensori giallorossi dovranno tener d'occhio anche gli altri giocatori del Palermo già andati a segno almeno una volta contro Totti e compagni: si tratta di Hernández (due le segnature per lui), Iličič, Silvestre e Pinilla, tutti fermi a quota uno. Due reti anche per Igor Budan, che non sarà del match.
Topscorer dei giallorossi nei confronti del Palermo è il Capitano Francesco Totti: sono otto le reti messe a segno dal numero 10 della Roma alla squadra rosanero, ultima delle quali arrivata nella sconfitta patita la scorsa stagione per 2-3. Seguono, tutti con una realizzazione, Cassetti, Borriello (con la casacca del Genoa), Taddei, Burdisso e Simplício (Palermo-Parma 4-2 del 18 gennaio 2006). Infine una curiosità relativa al giorno della gara: solo in un'altra circostanza si è verificato uno scontro tra i siciliani e la Roma in data 23 ottobre. Era la stagione 1949/1950 e, anche allora valida per l'ottava giornata del campionato, l'Unione Sportiva Palermo sconfisse i giallorossi per 3-0, grazie ad una tripletta del ceco Čestmír Vycpálek, zio di Zdeněk Zeman.