La notte in cui Davide Astori scelse la Roma

08.03.2018 11:19 di  Gabriele Chiocchio  Twitter:    vedi letture
Fonte: Redazione Vocegiallorossa - Gabriele Chiocchio
La notte in cui Davide Astori scelse la Roma
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© foto di Antonello Sammarco/Image Sport

Non è certo una giornata come tutte le altre quella di oggi: l’improvvisa scomparsa di Davide Astori ha scioccato il calcio italiano e non solo, unendo tutti gli appassionati di questo sport nel suo ricordo. Una giornata non come tutte le altre, quella dell'ultimo saluto al calciatore, che porta alla memoria di chi pensa in giallorosso una notte che non fu ugualmente come tutte le altre.

È la sera del 23 luglio 2014. La Roma si trova a Boston, dove, nella serata del Massachussets, è prevista un’amichevole con il Liverpool a Fenway Park, rivincita di due anni prima e ormai appuntamento standard dell’estate giallorossa sotto la proprietà americana. Il calcio d’inizio è fissato per l’1:30 italiana, con la prospettiva per tifosi e addetti ai lavori che non sono volati oltreoceano di passare una nottata molto lunga: bisogna tenersi svegli e a dare una grossa mano, chi mai saprà se volontariamente, ci pensa proprio la Roma, per bocca del suo direttore generale Mauro Baldissoni. Sono circa le 19:30 e il dirigente rilascia un’intervista all’allora Roma Channel: “Mercato? Forse oggi stesso porteremo a termine qualcosa”. È la sessione che deve rinforzare in modo deciso e decisivo la Roma per lanciare la sfida alla Juventus dopo gli 85 punti della stagione da poco conclusa, di nomi ne girano tanti, ma non c’era l’idea che i giallorossi fossero vicini a chiudere affari, come spesso accadeva sotto la gestione di Walter Sabatini. Poi verifiche, soffiate, indiscrezioni, qualcuno è sicuro: “Quanto si riderà stasera…”.

Un top player? Difficile, la telenovela di quell’anno si chiamava Juan Manuel Iturbe e il finale ne era stato scritto una settimana prima. Ma un punto di contatto c’è: lo scalpo dei bianconeri era già stato preso (e quello sarebbe rimasto a fine stagione), perché non fare un altro dispetto? Alla Roma serve un difensore centrale mancino da alternare a Castán, dall’altra parte del Tevere si tratta da giorni Davide Astori, profilo perfetto anche per Rudi Garcia. I rapporti con il Cagliari sono più che buoni visto il fresco affare Nainggolan e Sabatini fiuta la mossa, a dire il vero già impostata qualche ora prima. Nel pomeriggio, infatti, il Cagliari aveva annunciato il prolungamento per tre anni del suo difensore, che andava a scadenza ormai meno di un anno dopo: mossa sospetta e, si scopre, tecnica, per permettergli di spostarsi in prestito.

In Italia il sole cala e la notizia monta, gli aggiornamenti si susseguono senza soluzione di continuità, all’ora di cena si parla di affare chiuso e Igli Tare, contestato da un gruppo di tifosi, definisce l’affaire “un colpo basso”, prima di chiamare Francesco Marroccu, allora DS sardo, quasi implorandolo: "Ho preso un impegno con i tifosi, Astori deve venire alla Lazio! Non scherziamo, non voglio perdere la faccia di fronte a loro". È ormai notte fonda, la Roma è in campo e bisogna dividersi tra ciò che succede a Fenway Park (dove la Roma vincerà 1-0, con gol al 90’ di Marco Borriello) e le vicende di mercato. Tare, nel frattempo, si è recato in auto da Auronzo di Cadore a Sappada, per un incontro (o forse scontro) con Marroccu che termina addirittura alle 3:00: più che il club c’è da convincere proprio Astori, che, però, la sua scelta l’ha fatta.

Alle 20:00 del 24 luglio arriva la nota che ufficializza l’ingaggio del difensore da parte della Roma, in prestito con diritto di riscatto dal Cagliari. È l’inizio di un’annata nata con grandi premesse sia di squadra che personali poi sgonfiatesi progressivamente, con un ingresso in Champions League strappato proprio alla Lazio alla penultima giornata e un’avventura, quella di Astori, finita subito, con un gol a Udine il 6 gennaio (il giorno prima del suo ventottesimo compleanno) che portò la Roma a -1 dalla Juventus e il mancato esercizio a fine stagione di un riscatto che, quel 24 luglio, sembrava praticamente automatico. Ma, al di là di come andò a finire sul campo, il ricordo di quella notte di luglio lascerà sempre un sorriso nelle menti dei tifosi della Roma, un sorriso col volto di Davide Astori.