Il pagellone del 2020
Pau Lopez 5: inizia il 2020 nel peggiore dei modi, con la papera nel derby del 26 gennaio. Accusa il colpo e va a corrente alternata fino alla fine della stagione. Adesso è il portiere di coppa, avendo perso la titolarità in campionato ma il 2021 si aprirà all’insegna del duello a distanza tra lo spagnolo e Mirante.
Mirante 6,5: da gregario a titolare nella Roma a 37 anni. Un anno particolare e, sicuramente, positivo per il portiere italiano. Non è il salvatore della Patria ma è stato affidabile, ad eccezione della gara contro il Napoli
Fuzato SV: gioca 90 minuti nella gara contro la Juventus, nell’ultima partita dello scorso campionato. Si trasferisce poi al Gil Vicente per trovare spazio ma viene chiuso da Denis, altro estremo difensore brasiliano.
Kumbulla 6: venuto a Roma per rinforzare il reparto arretrato, l’albanese ha iniziato molto bene segnando anche due gol (contro Milan e Young Boys). La positività al COVID-19 gli ha tolto spazio e forze ed è stato scavalcato da Ibanez nelle gerarchie di Fonseca.
Mancini 6,5: la scorsa stagione non aveva avuto un gran impatto nel mondo giallorosso ma nel 2020, dopo il passaggio alla difesa a 3, le sue prestazioni sono notevolmente migliorate. Può ulteriormente crescere in marcatura ma è un titolare nella Roma di Fonseca.
Ibanez 7: è stato inizialmente tenuto in naftalina da Fonseca per permettergli di crescere e di migliorare. In campo, sta stupendo tutti sia per la sua abilità nel difendere in avanti e sia per la capacità nella fase di impostazione. Inoltre, ha mostrato tanta personalità. Titolare con merito.
Smalling 7: uomo in più sia dentro al campo e sia fuori, con la lunga telenovela sulla trattativa Roma-Manchester. La nuova stagione è iniziata con qualche problema fisico e ora avrà bisogno di recuperare la migliore condizione per tornare il giocatore dello scorso anno.
Fazio 5: nel 2020 è sceso in campo 6 volte in campionato (tutte nella scorsa stagione) e 7 in Europa League, con risultati più volte sotto le aspettative.
Jesus 6: fino a settembre, aveva giocato solo poco più di mezz’ora contro la Juventus. Negli ultimi mesi, ha trovato un pochino più di spazio facendosi trovare sempre pronto.
Çetin SV: appena 41 minuti con la Roma, prima di essere ceduto senza aver lasciato traccia.
Kolarov 5,5: fatica a riprendersi dopo il lockdown. Spinge con meno frequenza e aumentano gli errori in fase divensiva.
Spinazzola 7: la sua avventura in giallorosso, e forse anche la sua carriera, cambia dopo il mancato trasferimento all’Inter dello scorso gennaio. A dimostrazione di quanto conti l’aspetto mentale, da quel momento è tutto un altro giocatore. Trova continuità e diventa, a tratti, devastante sulla fascia sinistra.
Calafiori 6,5: dopo la partenza di Kolarov, è rimasto solo Spinazzola come esterno sinistro di ruolo e il giovane Calafiori scalpita per poter giocare più minuti possibili ma è sfortunato, prendendo il COVID-19 e dovendo stare parecchie settimane fuori dai campi. È riuscito comunque a togliersi una bella soddisfazione con un gran gol contro lo Young Boys. Il 2021 potrebbe essere quello della sua consacrazione, tenendo bene a mente che parliamo di un 2002.
Karsdorp 6: in estate è stato offerto a chiunque ma l’olandese è rimasto per dimostrare di non essere un brocco e ha guadagnato il posto da titolare in questa nuova stagione. Deve sempre gestire il suo fisico per non incorrere in infortuni ma, almeno, ora sta facendo vedere alcune sue qualità.
Santon 5: non gioca dallo scorso ottobre ed è scivolato dietro a Karsdorp e Bruno Peres. Probabile partente a gennaio.
Florenzi SV: 147 minuti giocati, il tempo di salutare tutti e di lasciare ancora una volta Roma, direzione Parigi.
Bruno Peres 6: è passato dal non giocare in Serie B brasiliana al diventare tra i titolari nella Serie A con la Roma. una storia pazzesca, folle e senza senso quella di Bruno Peres, che ha confessato di aver messo la testa a posto e che farà di tutto per guadagnarsi il rinnovo di contratto con la Roma.
Zappacosta SV: dopo lo sfortunato infortunio all’inizio della scorsa stagione, ha giocato qualche partita in estate senza riuscire però a integrarsi.
Diawara 5,5: bene a cavallo tra il 2019 e il 2020. Così e così nel corso del 2020 e male nel finale dell’anno solare. Una parabola discendente abbastanza netta, con la ciliegina sulla torta del pasticcio dei Verona, entrando a suo malgrado nel caos che ha portato alla sconfitta a tavolino della Roma contro l’Hellas. Potrebbe lasciare la Roma già a gennaio.
Pellegrini 7: il numero 7 giallorosso è nono in Europa nella classifica degli smart passes che, secondo wyscout, sono i passaggi che intendono “rompere la linea difensiva avversaria per un vantaggio significativo in attacco”. Qualche dolore fisico e il COVID-19 ne hanno minato la continuità ma la qualità c’è in abbondanza. Oltre a questo, essendo romano e romanista, non mancano grinta e attaccamento alla maglia. Il 2021 potrebbe essere il suo anno, possibilmente più vicino all’area avversaria.
Veretout 7: centrocampista completo, che sa fare abbastanza bene tutto a centrocampo, e non è poco. Piace a molte squadre e non è un mistero Nel frattempo, Fonseca se lo coccola e lo mette sempre. Insidioso nei suoi inserimenti senza palla e un cecchino dagli undici metri.
Cristante 6,5: preso per fare il centrocampista avanzato, è lentamente arretrato sulla linea mediana (dove giocava anche in gioventù) per poi finire addirittura come centrale di difesa. Intelligenza tattica e disponibilità al 100%. Nel 2021 si candiderà a giocare anche in porta, probabilmente. Pau Lopez e Mirante sono avvisati.
Villar 7: il professore spagnolo è venuto a Roma con tanta umiltà e voglia di imparare. La carta di identità segna 22 anni ma di testa ne ha una quarantina. Ha personalità e chiede sempre il pallone, anche quando scotta maggiormente. Guida i compagni come fosse un veterano e pensa più rapidamente di tutti in campo. Quando gli arriva il pallone tra i piedi, lui sa già dove sono posizionati i suoi compagni, gli avversari e anche i tifosi in tribuna (quando c’erano).
Zaniolo SV: si spera che abbia scaricato la dose di sfortuna tutta nel 2020. Il talento c’è e la Roma fa bene ad aspettarlo.
Mkhitaryan 8: venendo a Roma ha perso almeno 10 anni di vita. Sembra un ragazzino, corre più di tutti (è il calciatore giallorosso a percorrere di media più km in campo), segna e fa segnare. L’uomo probabilmente più determinante al momento.
Pastore SV: nel 2020 ha giocato 71 minuti, meno di Boer, Fuzato e Milanese. Ne riparliamo l’anno prossimo.
Perez 5: dopo un impatto positivo nel calcio italiano, si perde progressivamente, risultando troppo dispersivo e poco concreto. Possibile partente nel 2021.
Pedro 6,5: il suo blasone lo precede e nelle prime settimane incanta tutti. Finisce il 2020 tirando un pochino il fiato, con Pellegrini che potrebbe prendere il suo posto sulla trequarti.
Kluivert 5: Fonseca gli dà più di un’occasione ma il 2020 dell’attaccante olandese non è stato produttivo. Nel Lipsia la situazione non è migliorata moltissimo e Kluivert ha collezionato circa 400 minuti, tra campionato e coppe, segnando due reti.
Perotti 6: chiude la sua esperienza nella Roma con una doppietta nell’ultima gara di campionato, giocata contro la Juventus e con la fascia da capitano addosso. Un bel modo per salutare l’argentino dopo 4 anni e mezzo nella Capitale.
Ünder 5: imbocca una parabola discendente che lo porta alla cessione al Leicester dove, al momento, ha segnato solo un gol.
Kalinic 5,5: spreca le poche occasioni che ha e rialza, parzialmente, la testa nell’ultima parte della scorsa stagione, chiudendo il campionato a quota 5 reti. Prova a tornare a Roma nell’ultima sessione di calciomercato ma da Trigoria non si aprono spiragli.
Borja Mayoral 6: sta imparando il duro compito di sostituire Dzeko. Galleggia tra l’essere una seconda punta e una prima punta e fatica ad avere il killer instinct sotto rete. Bene, ma non benissimo.
Dzeko 7,5: sembra per l’ennesima volta vicino a lasciare Roma ma non è destino. Dopo la gara contro il Siviglia, spara a zero la sua frustrazione per essere uscito troppo presto dalla competizione. Rimane in giallorosso ed è fondamentale anche quando non segna. Ha una qualità superiore e una classe superiore. Prima o poi, carta di identità alla mano, arriverà il momento di sostituirlo e sarà una bel problema.
Fonseca 7: con una società in vendita e un ds licenziato, chiude l’anno come può, senza infamia e senza lode. Viene trattato come uno scemo e per l’opinione pubblica non potrebbe allenare nemmeno la parrocchia sotto casa. Lui risponde con una pacatezza tipica di Buddha e non si scompone mai. Chiude il 2020 al terzo posto, a 7 punti dalla capolista. Deve risolvere il problemino degli scontri diretti e poi potrà puntare ancora più in alto.