Il pagellone del 2018

01.01.2019 20:44 di  Alessandro Carducci  Twitter:    vedi letture
Il pagellone del 2018
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© foto di Antonello Sammarco/Image Sport

Alisson 7,5: quando è terminata la scorsa stagione tutti sapevano, nel profondo del proprio cuore, che avrebbe lasciato la Capitale. Il miglior portiere dell'era contemporanea giallorossa, senza dubbio.

Lobont SV: dopo 9 anni in giallorosso appende gli scarpini al chiodo. Non giocava praticamente più ma, ormai, era una presenza fissa, quasi rassicurante.

Skorupski SV: due gare tra campionato e Coppa Italia. Poi il trasferimento al Bologna.

Olsen 7: è arrivato nella Capitale con il ricordo di Alisson che l'ha oppresso fin dal primo momento. L'inizio è stato inquietante, poi è stato bravissimo e ha avuto le spalle larghe per sopportare i paragoni e guadagnarsi la fiducia di tutti.

Mirante SV: pochissime occasioni per mettersi in mostra.

Fuzato SV: “Carneade! Chi era costui?”

Florenzi 6: è stato l'anno del rinnovo del contratto, del rapporto un po' incrinato con alcuni tifosi e delle consuete prestazioni cuore, grinta e polmoni.

Karsdorp 4,5: spesso sta male e se sta bene comunque non gioca. E le poche, pochissime, volte che gioca è evanescente. Con la valigia in mano.

Santon 6: l'usato garantito. La prestazione te la fa seguendo bene il copione. Ogni tanto, commette qualche errore. Non riserva sorprese.

Bruno Peres 5,5: se la Roma fosse arrivata in finale di Champions, il brasiliano sarebbe entrato nella storia grazie al salvataggio acrobatico nell'andata degli ottavi contro lo Shakhtar Donetsk. Unico raggio di luce nelle tenebre della sua esperienza romana. Si fa notare più per gli incidenti notturni con le auto che per le prestazioni in campo.

Jesus 6: se ogni tanto non staccasse la spina sarebbe probabilmente titolare. Mai una parola fuori posto, risponde sempre presente.

Marcano 4: non ne combina una giusta neanche per sbaglio. Lo saluteremo presto, probabilmente.

Fazio 5: il Comandante è rimasto ai mondiali di Russia con la sua nazionale. Tornato in Italia, fatica a riprendere il ritmo e si distrae continuamente.

Manolas 8: possono cambiare gli allenatori, i sistemi di gioco, i compagni di reparto. Non cambia nulla, è sempre l'ultimo baluardo e l'uomo che spesso salva la baracca. Negli ultimi mesi, con gli esili di Nainggolan e Strootman, è cresciuto come leader.

Kolarov 6: l'anno scorso è stato un valore aggiunto permanente. Quest'anno, complice il mondiale e l'età, fatica molto di più e si accende a intermittenza.

Luca Pellegrini SV: l'abbiamo visto pochissimo ma ha le qualità per fare bene. Molto bene.

Silva SV: chi?

De Rossi 7: quando c'è, si sente. Quando non c'è, si sente. Ancora fondamentale, nonostante la carta di identità. Tatticamente impeccabile, copre bene le linee di passaggio. Se il fisico lo assistesse sarebbe titolare inamovibile.

Nzonzi 5,5: inizia la stagione con lo stesso dinamismo che si può avere dopo il pranzo di Natale. Dall'essere un pesce fuor d'acqua, è passato lentamente a capire come si ragione qui, come gira il mondo, e le sue prestazioni sono in crescita.

Cristante 6: trattato come lo scemo del villaggio, ha riprogrammato la sua macchina e si è riabituato a un ruolo che non sentiva più suo. Nel frattempo, segna.

Gonalons 5: entra in punta di piedi. Esce in punta di piedi. Buono il tentativo.

Strootman 5: se ne va all'improvviso, come un fulmine a ciel sereno. Se ne va il leader perché il giocatore era andato via ormai da tempo.

Coric SV: tutti suoi compagni ne parlano benissimo. Ha qualità, ha visione di gioco, tiene poco la palla. Ha tutte le caratteristiche per fare bene in Italia e Di Francesco lo sta tenendo in naftalina per tirarlo fuori al momento giusto. Quando sarà migliorato in fase difensiva.

Pastore 4,5: diversi i dubbi sul suo acquisto ancor prima di vederlo in campo. Dubbi sciolti in poco tempo e, ora, in pochi sono indecisi su quale debba essere il futuro dell'argentino.

Zaniolo 7,5: un giocatore che passa direttamente dalla Primavera a essere titolare al Bernabeu può solo diventare un gran giocatore. Premesso ciò, i paragoni con Totti sono offensivi per tutte le parti in causa. Keep calm.

Gerson 5,5: a giugno lascia Roma per cercare fortuna altrove. Gli farà bene giocare con più continuità.

Nainggolan 5,5: l'anno scorso gioca non sempre in perfette condizioni fisiche. Inizia con la bestemmia di capodanno, prosegue con la non convocazione ai mondiali e viene poi sbolognato dalla Roma. I fatti, ad oggi, danno ragione al club.

Lorenzo Pellegrini 6,5: inizia la stagione perplesso dall'abbondante concorrenza. Prova poi l'abito cucito addosso a Pastore e scopre che gli sta benissimo. Si adatta alle sue caratteristiche come fosse stato realizzato per lui. E con quell'abito esibisce tutta la sua classe.

Ünder 7: è stato un anno pazzesco per il turco. A inizio gennaio tutti lo considerano un broccolo, poi inizia a segnare e non smette più fino a giugno. Torna dalla pausa estiva con la pancia piena e con il sorriso sornione di chi ormai ha capito tutto. Torna, quindi, in difficoltà ma finisce l'anno alla grande, esibendo tutta la sua forza giovanile. Tra gli esterni, è il più bravo a calciare in porta e non è un dato da sottovalutare.

Perotti 6: da elemento fondamentale finisce quest'anno nello scantinato, a causa di un infortunio e della contemporanea abbondanza in attacco. L'impressione è che non durerà ancora a molto l'avventura in giallorosso.

El Shaarawy 6,5: qualche buona prestazione alternata ad alcune prove opache. Nulla di nuovo, insomma.

Kluivert 6: ha una voglia matta di spaccare il mondo, di far vedere a tutti di essere bravo. Finisce quindi per voler strafare il mister lo deve riprendere in più di un'occasione. Ha talento, rapidità, dribbling, deve migliorare nel tiro ma è in crescita.

Defrel 5: a Roma non gioca mai e quelle poche volte spesso da esterno. Rinasce a Genova, una dimensione più adatta a lui.

Schick 5: inizia la stagione con un precampionato spumeggiante. Viene quindi premiato facendo sempre panchina, nonostante Dzeko non sia in ottime condizioni. Ha l'opportunità di giocare con continuità a dicembre ma è impalpabile quanto la presenza di un autobus con lo sciopero dei mezzi. Quando ormai gli stanno portando le valigie fuori da Trigoria, tira fuori una prestazione grintosa e finalmente di qualità, che gli regala probabilmente altri 6 mesi di stage a Roma.

Dzeko 7: si esalta nelle grandi occasioni, come i campioni, perché a segnare sul 3-0 sono bravi tutti. Si distingue.

Di Francesco 6: porta la Roma al quarto posto e a un passo da una storica finale. Si gioca questo enorme bonus con alcune decisioni discutibili, al termine di un mercato altrettanto discutibile. Commette molti errori ma ogni volta che viene dato per spacciato la sua Roma risorge con un ferrea volontà di non affondare. Imbarca acqua ma non va giù. Resiliente.