I tanti casi amari di una stagione che ancora stenta a decollare
È una stagione dal profilo basso, quanto meno fino ad ora, quella della Roma. Tra Campionato e Champion’s League, i giallorossi di Ranieri stanno collezionando scarsi risultati, partite sotto tono e battute d’arresto.
Il momento, senz’ombra di dubbio, è più che mai delicato anche perché a costellare la crisi sul campo ci sono stati (da settembre ad oggi) episodi-se non polemiche- che hanno investito molti dei componenti della rosa.
L’ultimo, in ordine temporale, è quello che ha visto ieri sera come “protagonista” Marco Borriello; le telecamere di Sky lo hanno impunemente colto mentre sussurrava: “Devo stare in panchina proprio io che ho segnato 25.000 gol?”. Un’uscita che ha palesemente tradito la rabbia del centravanti per essere stato escluso. Puntuale è arrivata la replica di Ranieri a fine gara: “Ha giocato solo 23 minuti e si lamenta perché lui segna 25.000 gol? E infatti si è visto”.
Se riavvolgessimo il nastro di questa prima parte di stagione non si farebbe fatica a trovare episodi simili che, in un modo o nell’altro, hanno smentito la frequente e “rosea” affermazione di calciatori e staff secondo cui il gruppo sarebbe unito al 100%. Per lo meno, il dubbio di qualche attrito gruppo-allenatore è legittimo che sorga.
Spicca tra i ricordi di cronaca, ad esempio, la lieve querelle tra Ranieri e Mexès a inizio settembre; il difensore transalpino, impegnato in quei giorni con la sua Nazionale, aveva espresso qualche dubbio sul suo futuro in giallorosso per via del suo alterno utilizzo da parte del tecnico di San Saba. Nella conferenza stampa alla vigilia della trasferta contro il Cagliari, Claudio Ranieri tra le righe aveva così espresso la sua posizione a riguardo: “C'è chi, quando è lontano da Trigoria, si dimentica di essere stipendiato dalla Roma. Rilasciano dichiarazioni e diventano figli dei fiori, ma sono figli nostri. Chi lo ha fatto è stato redarguito”.
Un mese dopo circa, al termine del match fuori casa con il Napoli Marco Borriello smentì le parole di Ranieri secondo cui l’attaccante era stanco e per questo aveva deciso di farlo uscire: “Stavo bene, più che altro avevo la sensazione che avrei trovato lo spazio da un momento all’altro. Mi sono meravigliato per la sostituzione perché potevo ancora giocare, ma sono decisioni che vanno accettate”. Semplicemente valutazioni discordanti? Può darsi.
A dicembre, qualche piccola tensione emerge anche tra giocatori: è la volta del lieve litigio Burdisso-Totti; il difensore argentino, per nulla soddisfatto dell’1-1 ottenuto in Champions League contro il Cluj, aveva ironicamente applaudito il Capitano, “reo” di aver perso una palla che, poco dopo, avrebbe consentito a Traore di segnare la rete del pareggio. Il numero 10 giallorosso, poi, aveva risposto al difensore nel tunnel che porta agli spogliatoi dicendo: “Sei un ruffiano”. Alcuni compagni di squadra sarebbero intervenuti per sedare la lite, prima che Burdisso lasciasse lo stadio.
Il “caso” (sempre se di caso si voglia parlare) era dunque rientrato grazie a un Francesco Totti “pompiere” che, a Sky, smorzava così eventuali polemiche: “C’è stato un piccolo screzio, capita; nessuno voleva pareggiare. Lui è argentino, io sono romano…è una bella lotta”.
Prima di Natale, tiene banco anche la “questione Pizarro”; il cileno ha fatto fatica ad inserirsi nelle logiche della squadra in questa stagione e spesso viene escluso; il tecnico giallorosso, però, non ci sta: il Peq ha problemi fisici. Non esiste alcun attrito col giocatore; la decisione di non impiegarlo è dovuta semplicemente alla condrite di cui soffre al ginocchio destro. Tanto che il centrocampista, durante le vacanze, si reca in Cile per affrontare le cure necessarie e Ranieri assicura: “Conto su di lui, non vedo l’ora di riaverlo a disposizione”.
Anno nuovo vita nuova? Niente affatto. È il 9 gennaio e nei minuti finali di Sampdoria-Roma, sul risultato di 2-1 per i padroni di casa, Ranieri decide di schierare Totti, in un ultimo disperato tentativo di riprendere la partita. “Ma è finita la partita”, dirà il Capitano a cui vengono concessi quattro minuti per compiere l’impresa; impresa che, però, non arriva. Del resto non si possono fare sempre i miracoli...I tifosi non prendono bene la faccenda, per molti far entrare Totti all’ultimo è una mancanza di rispetto, ma Ranieri replicherà dicendo: “Pensavo mancassero tre minuti più il recupero e gli ho detto: "Mi basta una giocata". Dovevamo tentare il tutto per tutto". Francesco è la Roma, ho la massima stima nei suoi confronti”.
Si arriva a febbraio e le polemiche non si placano: è Adriano, questa volta, al centro delle attenzioni mediatiche (anche se, a onor di cronaca, non è la prima volta da quando è nella Capitale). Il Brasiliano è reduce da un’operazione alla spalla e chiede alla società la possibilità di seguire la riabilitazione fisioterapica in terra natia. Detto fatto l’attaccante viene “accontentato”, ma le voci che lo vorrebbero sempre protagonista della movida brasiliana continuano a susseguirsi. Dopo essersi rifiutato di sottoporsi all'alcool test, gli è stata ritirata la patente e le ultime indiscrezioni parlano di una festa “particolare”, alla quale avrebbe partecipato. Il suo procuratore, intanto, ha smentito molte di queste notizie ed è convinto che domenica sera sarà già a Roma.
Insomma, la stagione giallorossa è costellata da casi amari; sintomi, questi, forse anche del tutto “normali” per una grande rosa che, inspiegabilmente e a sorpresa, sta rendendo molto meno rispetto alle aspettative legittime che animavano l’ambiente giallorosso agli inizi di questo Campionato.