Fonseca racconta Fonseca: la Roma, il suo credo calcistico, il lavoro coi giovani e gli uomini chiave
Paulo Fonseca, nuovo allenatore della Roma, desta tanta cuoriosità tra tifosi e addetti ai lavori. Troppo pochi i riflessi filmati delle gare dello Shakhtar in Campions League, praticamente zero la copertura del campionato ucraino. Chi, dunque, meglio dello stesso Fonseca per, spiegare, inquadrare e cominciare a conoscere il nuovo tecnico.
"LA ROMA UNA SQUADRA STORICA" - Iniziamo dalla considerazione del tecnico, sulla squadra che, il destino gli ha concesso di allenare: "Noi seguiamo molto il campionato italiano e ovviamente seguiamo le partite della Roma che è una squadra storica".
IL SUO CREDO CALCISTICO - “È difficile dire cosa sia più importante (tra parte tattica e atletica), è tutto collegato. Questi aspetti sono quelli di maggiore importanza. Tatticamente, abbiamo lavorato sul nostro stile di gioco, ma conta anche la componente fisica. Più vicini siamo al livello giusto in allenamento, più sarà facile nelle partite. Lo Shakhtar lavora sulla tattica, sulla forma e sulla mentalità contemporaneamente".
11 TITOLARI + LAVORO COI GIOVANI - “Mentirei se dicessi che tutti i giocatori sono allo stesso livello, è ovvio. Certamente, ci sono alcuni giocatori chiave, ma abbiamo anche diversi giovani che è necessario preparare per il futuro. Non sono al livello degli altri, ma lavorano per raggiungere quell’obiettivo. Proviamo ad allenare tutti in modo che chiunque possa dare un vantaggio allo Shakhtar in ogni momento. La cosa importante è che a prescindere dalle caratteristiche individuali dei giocatori, il nostro stile di gioco è cresciuto molto bene nelle teste di tutti. Con qualsiasi formazione attacchiamo e difendiamo allo stesso modo. È molto importante per me che tutti capiscano e sviluppino il nostro stile”.
"DZEKO GIOCATORE CHIAVE" - "Džeko? Sicuramente, avendo segnato il gol decisivo, è stato il giocatore chiave". (Così dopo l'eliminazione subita dal suo Shakhtar contro la Roma in Champions)
ROMA NEL DESTINO - “Fate delle domande complessissime. Grazie al calcio dimostrato dallo Shakhtar forse il valore di giocatori e allenatore è aumentato. Io però penso a questa squadra e alla prossima partita”. Queste parole dette proprio dalla pancia dello Stadio Olimpico, in risposta a chi gli aveva chiesto se la Serie A sarebbe stata più aperta per giocatori e allenatori del campionato ucraino.