Contro le aspirine la Roma non cura il suo mal di Champions
È una partita che può cambiare l'intera stagione dei giallorossi, non tanto per il blasone dell'avversario, quanto per l'importanza psicologica di vincere una trasferta europea. Il cammino della Roma in Champions League passa per la BayArena, dove è attesa al varco dalle aspirine. Garcia conferma il suo modulo a trazione anteriore con Szczesny in porta; Torosidis, Manolas, Rüdiger e Digne in difesa. A centrocampo, come previsto, c'è Nainggolan, partito dalla panchina contro l'Empoli. Completano la linea mediana Pjanic e De Rossi. Il jolly Florenzi stavolta è impiegato in attacco insieme a Salah e Gervinho. Dalla parte opposta occhi puntati sul Chicharito Hernandez, che a Leverkusen si sta ricostruendo una carriera dopo le fortune a Manchester, sponda United, e a Madrid, sponda Real.
La sfida ci mette poco a entrare nel vivo, anzi pochissimo. Nei primi quattro minuti si contano due azioni pericolose, da una parte e dall'altra, e un gol. L'arbitro di porta infatti concede un rigore per un fallo di mano da parte di Torosidis. Dal dischetto il Chicharito Hernandez è glaciale e porta i suoi in vantaggio. La Roma, colpita a freddo, prova a riorganizzarsi, ma subisce il 2-0 ancora a opera del Chicharito. Digne perde un pallone sanguinoso e Calhanoglu serve il taglio in profondità di Hernandez. Un primo tentativo del messicano è fermato da Szczesny, che nulla può sul secondo tiro a porta sguarnita. Poco prima Pjanic aveva impensierito Leno con una conclusione di piatto a giro. A metà del primo tempo gli animi si scaldano per una simulazione di Nainggolan, che non inganna l'arbitro. La Roma ci prova ancora alla mezz'ora trovando il gol che riapre la sfida. Sponda di testa in area di Manolas, De Rossi stoppa di petto e conclude sull'uscita di Leno. È il gol della speranza giallorossa. Poco dopo però la difesa romanista sbanda nuovamente con Hernandez, sempre lui, che di testa non riesce a indirizzare il pallone nel fondo del sacco. La squadra di Garcia chiede un altro rigore su atterramento di Gervinho lanciato a rete. Stavolta, con qualche dubbio, l'arbitro non fischia la massima punizione. Poco importa perché De Rossi fa 2-2 al 37', intervenendo con grande tempismo su un calcio di punizione pennellato magistralmente da Pjanic. Si va al riposo con una Roma che, di cuore, è riuscita a rimettere in piedi una partita che pareva persa.
A inizio ripresa il terzino italiano Donati rischia l'autogol saltando di testa su un calcio di punizione proveniente dalla sinistra; Leno si salva con un colpo di reni. Il portiere tedesco è attento anche più tardi su una percussione di Gervinho: l'azione prosegue e c'è un fallo al limite dell'area. La punizione per Pjainc ha la stessa pericolosità di un rigore: dalla sua mattonella il bosniaco è chirurgico come al solito, senza lasciare scampo a Leno, il quale viene aggiunto alla lunga lista di vittime del killer con la maglia numero 15. Una volta trovato il vantaggio, la Roma può giocare con più tranquillità, anche se subisce i ripetuti attacchi dei padroni di casa. Al 70' però i giallorossi vanno nuovamente vicini al gol: Florenzi scappa sulla destra concludendo a botta sicura; la palla s'impenna dopo l'intervento di Leno e Iago Falque di testa colpisce la traversa. Lo spagnolo si rifa con gli interessi qualche giro di lancetta più tardi, chiudendo un contropiede sull'assist di Gervinho. Il quarto centro non taglia però le gambe ai tedeschi. La partita procede con il Bayer in forcing alla ricerca di due gol per evitare la sconfitta, trovando all'84' la terza rete con un bel tiro a giro di Kampl. Ma non è finita qui! Ancora il biondo trequartista orchestra l'azione che porta al pareggio delle aspirine. Passaggio filtrante per Wendell, il quale mette in mezzo un pallone per Mehmedi che insacca a porta vuota. Nel recupero Hernandez potrebbe fare addirittura bottino pieno ma, fortunatamente per la Roma, sbaglia la mira. Finisce 4-4 una sfida d'altri tempi! Le speranze della Roma in chiave qualificazione rimangono invariate in virtù della vittoria del Barcellona sul BATE, che tiene i bielorussi a quota 3.