Bradley, cuore e polmoni infiniti. E' lui il nuovo pupillo di Zeman
Da quando è stato schierato titolare contro il Parma, Michael Bradley non è più uscito dalla formazione ideale di mister Zeman. Dal 31 ottobre ha collezionato otto presenze dal primo minuto, sbagliando probabilmente solo il primo match con il Parma. In quell'occasione il centrocampista americano fu autore di una prestazione inguardabile, ma bene ha fatto Zeman a dargli fiducia anche nella gara successiva, perché da quel momento si è visto il vero Bradley. Corre e contiene gli attacchi avversari per 90 minuti a livelli a volte sovrumani. Non si ferma un attimo e applica i movimenti che gli chiede il tecnico alla perfezione, motivo per il quale forse Zeman ha deciso di non toglierlo più dallo scacchiere iniziale.
Se tutti lo seguissero come fa Bradley, la Roma giocherebbe a memoria un calcio scintillante. Oltre a seguire i consigli del mister, l'ex Chievo ha di per sé un ottimo tempo di inserimento e una buona propensione offensiva per cui non si tira mai indietro se c'è da attaccare. Peccato solo che la precisione lungi dall'essere la sua caratteristica migliore, perché altrimenti si starebbe parlando di un top player. Non sempre imbecca il passaggio al compagno, ma si può esser certi che il pallone che perde se lo va a riconquistare senza pensarci due volte. Nelle ultime uscite ha iniziato a sbagliare anche qualche pallone in meno, ma vederlo rincorrere gli avversari in qualsiasi zona del campo fino alla fine della partita è quasi commovente al punto di perdonargli qualche errore in fase di impostazione.