Ancora tu, settlement agreement
Sta finendo il 2023, anche se eccezionalmente manca ancora una partita visto che quest’anno si gioca anche durante le feste, e si avvicina il primo mese dell’anno nuovo, quel gennaio in cui si riaprono le porte del mercato e le squadre vanno alla ricerca di rinforzi.
La Roma deve senz’altro reperire almeno un nuovo elemento in difesa, visto che Ndicka partirà per la Coppa d’Africa, che Kumbulla ancora deve giocare un minuto in questa stagione e che Smalling è ormai assente a tempo indeterminato. Ritorna però quell’enorme fastidio chiamato settlement agreement, per il quale Tiago Pinto, per l’ultima volta se avrà fatto bene i compiti, dovrà presentare una lista che costi uguale o meno rispetto a quella presentata a settembre per la fase a gironi di Europa League, dalla quale il GM è stato costretto a escludere Rasmus Kristensen e Sardar Azmoun, perché i loro costi non entravano nello spazio a disposizione.
Le notizie da questo punto di vista non sono buone e sono anche peggiorate per quel che ha rivelato Pinto, che nella conferenza stampa di fine mercato ha spiegato perché, per esempio, sono stati inseriti in lista Tammy Abraham e Marash Kumbulla, che non sarebbero stati certamente disponibili per la fase a gironi di Europa League: la loro inclusione era di fatto obbligatoria, perché per escludere il costo di un calciatore dalla lista va necessariamente ceduto e, se facente parte della lista precedente, non può essere escluso pur trattenendolo in rosa per liberarne lo spazio nel transfer balance. Inoltre, se anche questo fosse stato invece ammesso, levare i costi di Abraham e Kumbulla avrebbe significato partire da un totale più basso in questa sessione di mercato e, di fatto, non poterli reinserire in vista della fase a eliminazione diretta dell’Europa League.
Va da sé che, ancora una volta, per provare a recuperare Kristensen e Azmoun e soprattutto per inserire un nuovo difensore centrale nell’elenco, la Roma dovrà necessariamente finalizzare una o più cessioni di calciatori attualmente in lista che liberino spazio sufficiente (ricordando sempre che il costo di un calciatore è formato dal suo stipendio lordo e dal suo ammortamento a bilancio) per inserire gli eventuali nuovi arrivi. Un lavoro, come sempre, davvero difficile, anche perché l’appetibilità dei calciatori che idealmente sarebbero i primi in lista d’uscita non è molto alta e perché ovviamente anche gli altri club conoscono le difficoltà della Roma derivanti da questi paletti UEFA. Ancora una volta.