Abraham meglio del primo Dzeko: i numeri a confronto
Il calciomercato estivo della Roma è stato indubbiamente segnato dall'addio di Edin Dzeko. Il bosniaco, dopo anni di rumors che lo vedevano lontano dalla Capitale, ha lasciato Trigoria in direzione Inter poco prima della chiusura del mercato stravolgendo i piani dei giallorossi. Tiago Pinto e José Mourinho sono stati bravissimi a individuare il sostituto a distanza di qualche giorno dalla partenza del bosniaco e la maglia numero 9 è finita sulle spalle di Tammy Abraham. L'attaccante inglese, inizialmente, non sembrava convinto di lasciare il Chelsea, fresco vincitore della Supercoppa UEFA, ma il blitz del General Manager portoghese in terra britannica e la chiamata dello Special One hanno sbloccato la trattativa; complice anche l'arrivo di Romelu Lukaku nel sud-ovest di Londra.
“Devo dire grande direttore e grandissima proprietà, sono stati bravissimi. Abbiamo iniziato il pre-campionato pensando di avere Dzeko ed è stata un po’ una sorpresa per tutti noi quello che è successo. In un mercato incredibilmente difficile, portare a casa Tammy Abraham è stato il colpo di mercato": così, lo scorso 17 agosto, Mourinho ha commentato il valzer degli attaccanti in casa Roma. Sulle spalle del classe 1997, quindi, c'è stata parecchia pressione sin dal primo giorno nella Capitale, con i tifosi speranzosi di non dover rimpangere Dzeko (terzo miglior marcatore in giallorosso con 119 reti) e la dirigenza che ha sborsato ben 40 milioni di euro più bonus per accaparrarselo, rendendolo l'acquisto più oneroso della storia del club capitolino.
Dopo i primi sei mesi trascorsi a Roma, possiamo tirare le prime somme su quanto fatto da Tammy Abraham: l'ex Chelsea ha raccolto 30 presenze tra Serie A, Coppa Italia e Conference League giocando un totale di 2.307' minuti. Questi numeri rappresentano quanto sia importante per José Mourinho; lo Special One, infatti, ha sempre puntato su di lui, dovendovi rinunciare solamente in due occasioni: nel turno d'andata dei preliminari di Conference League contro il Trabzonspor e nella sconfitta casalinga contro l'Inter (causa squalifica).
Ma come avrà risposto Abraham sul campo a questa fiducia del tecnico portoghese? Più che bene, quasi in maniera ottimale. I gol segnati, fin qui, sono ben 17 in stagione, così divisi in tutte le competizioni: 10 reti in 22 presenze in campionato; 6 in 7 in Conference League e 1 gol anche nell'unica partita disputata dalla Roma in Coppa Italia contro il Lecce.
L'apporto dato da Abraham al club giallorosso non si ferma solamente ai gol. Anche dal punto di vista degli assist il numero 9 ha risposto presente con 4 passaggi vincenti per i compagni. Dati che dimostrano, oltre alle sue qualità calcistiche, quanto Tammy si sia immerso nel progetto Roma, diventando uno degli uomini cardine dello scacchiere giallorosso. Un feeling, quello tra lui e il club, che va oltre al campo: l'inno cantato prima di ogni gara casalinga e le numerose dichiarazioni d'amore fatte nelle interviste, hanno reso il numero 9 il nuovo beniamino del tifo romanista.
Non può, quindi, non essere una prima parte di stagione molto positiva per Abraham, che ha retto bene la pressione del dopo-Dzeko. Non far rimpiangere il bosniaco non era un compito semplice e fin qui l'inglese lo sta svolgendo ottimamente: a dirlo sono i numeri. Se facessimo un confronto con le prime 30 presenze del Cigno di Sarajevo con la Lupa sul petto, infatti, viene subito all'occhio la differenza d'impatto dell'inglese. Dzeko, arrivato nella Capitale per la stagione 2015-2016, segnò 8 reti (6 in 22 presenze in Serie A; 2 in 7 gare in Champions League e 0 nella sconfitta clamorosa contro lo Spezia in Coppa Italia) fornendo 3 assist totali. Il primo anno di Dzeko all'ombra del Colosseo terminò con 10 gol complessivi; un'annata complicata, ma che diede il via alla grandissima carriera in giallorosso del bosniaco terminata come miglior marcatore straniero del club.