9 luglio 2006 - 9 luglio 2011. Francesco Totti, Daniele De Rossi e Simone Perrotta: l'avventura continua
E’ passato molto tempo dalla vittoria del quarto titolo Mondiale degli azzurri: il 9 luglio 2006 la nazionale italiana di calcio si laurea Campione del Mondo, battendo ai rigori la Francia per 6 a 4, l’1 a 1 inclusi tempi regolamentari e tempi supplementari.
Oggi, 9 luglio 2011, sono passati esattamente 5 anni. E’ bello ancora oggi rivivere le emozioni ed i ricordi di quel fantastico Mondiale: la rete di Andrea Pirlo contro il Ghana, il “violino” di Alberto Gilardino contro gli Stati Uniti, il gol di testa di Materazzi contro la Repubblica Ceca, il rigore decisivo di Francesco Totti contro l’Australia, la doppietta di Luca Toni contro l’Ucraina, il gol di Fabio Grosso con la Germania ed i rigori vincenti segnati da Pirlo, Materazzi, De Rossi, Del Piero e Grosso.
In quel Mondiale erano presenti ben tre giocatori della Roma: Francesco Totti, Daniele De Rossi e Simone Perrotta, tutti e tre titolari della nazionale campione del mondo. E’ cambiato molto in questi ultimi 5 anni e le loro storie hanno vissuto numerosi alti e bassi, sempre a fianco dei sostenitori giallorossi con la maglia della Roma.
Un protagonista inaspettato di quella competizione fu Simone Perrotta. Arrivato a Roma nel 2004, fu comprato dal Chievo Verona per due motivi: sostituire Emerson da Rosa e diventare il nuovo regista nel centrocampo dei giallorossi. Nella prima stagione non riuscì a portare a termine nessuna delle due missioni e la sua annata si rivelò fallimentare. Per Perrotta sembrava già il tempo di fare le valigie, additato da tutti come un giocatore non adatto per una grande squadra.
La verità però fu un'altra: il ruolo di Perrotta non era quello del regista. Per il numero 20 dalla grande corsa e dai polmoni d’acciaio ci pensò Spalletti: il tecnico di Certaldo, spostando Francesco Totti unica punta, riuscì a cucire addosso a Simone il ruolo di centrocampista avanzato. La sua grande dote negli inserimenti lo portò a segnare 5 reti in 35 partite nella stagione 2005-2006. Simone fu cosi convocato da Marcello Lippi per Germania 2006 e, tra lo stupore generale, riuscì ad essere presente in ogni partita della competizione.
A distanza di 5 anni Perrotta viene ancora ricordato per un Mondiale giocato ad altissimi livelli. Rispetto a molti anni fa, ora è diventato un leader della squadra giallorossa e, nonostante si siano alternati numerosi allenatori nel corso della sua carriera, non ha mai perso il posto da titolare e la fiducia dei rispettivi mister. Sempre in campo prima con Delneri, poi con Spalletti, con Ranieri ed infine anche con Montella.
Opposto il discorso per Daniele De Rossi. Inizia ad affacciarsi in Serie A da predestinato. Fin dalle sue prime partite in giallorosso stupisce tutti per la sua maturità in campo, nonostante la giovane età. Diventa il ragazzo più ambito della Serie A e viene paragonato ai più grandi centrocampisti d’Europa.
A soli 22 anni inizia il Mondiale alla grande con una bellissima prestazione all’esordio contro il Ghana. Nel match seguente, contro gli USA, viene espulso per una clamorosa ingenuità: rifila una gomitata allo statunitense McBride. Rientrerà solo per la finale della competizione che riuscirà a vincere rendendosi protagonista grazie alla realizzazione del suo rigore nella serie decisiva.
Anche De Rossi adesso è diventato un leader della Roma, ancora più di Perrotta. E’ soprannominato da tutti “Capitan Futuro”, colui che sostituirà Totti come simbolo della Roma. E, per chi non lo sapesse, Daniele lo è già.
Purtroppo, nella stagione 2012-2011, gioca un campionato abbastanza anonimo e risulta spesso molto nervoso in campo. Un altro giocatore rispetto al vero De Rossi sempre pulito, attento e freddo in ogni zona del campo. Ricade per ben due volte nello stesso errore del Mondiale 2006: prima rifila una gomitata a Srna in occasione degli ottavi di finale della Champions League ed in seguito un pugno a Belmonte in un match di Serie A contro il Bari.
Nonostante la nuova società sia intenzionata a puntare fortemente sul centrocampista, il suo futuro resta incerto. Il contratto di Capitan Futuro scade il prossimo anno, nel 2012. Tutti sperano che il giocatore possa rimanere per sempre alla Roma e le condizioni per chiudere la carriera in giallorosso ci sarebbero tutte. Lo stesso Daniele nella sua autobiografia ha affermato: “Ho un solo rimpianto, quello di poter donare alla Roma una sola carriera”.
Se su De Rossi ci sono dei dubbi, su Totti non ce ne sono per nulla. Il simbolo della Roma chiuderà la carriera nella squadra che ha sempre tifato fin da bambino. Nel 2006 Francesco Totti, oggi come allora, è stato, è e sarà ancora l’unico capitano della Roma. Alle porte di quel Mondiale subì il primo grande infortunio della sua carriera: il 19 febbraio 2006 in un Roma-Empoli, a seguito di un fallo di Richard Vanigli, riportò la frattura del perone con l’interessamento dei legamenti della caviglia sinistra. Il giocatore rientrò proprio in tempo per i Mondiali del 2006 in Germania. Francesco Totti, nonostante il doloroso infortunio ed una breve riabilitazione, disputò un ottimo mondiale.
In controtendenza, come spesso è accaduto nella carriera del numero dieci, la stampa, non fu avara di critiche per le prestazioni di Francesco durante i Mondiali appena vinti. In vista della stagione 2006-2007 riuscì persino a mettere in dubbio il pieno recupero del giocatore giallorosso. Totti, come sempre, rispose sul campo: disputate 50 partite, record in carriera e la bellezza di 32 gol, vincendo a fine anno la Scarpa d’Oro e superando la concorrenza di giocatori del calibro di Van Nistelrooij, Milito e Droga.
In cinque anni la storia non sembra essere cambiata: all’inizio della stagione 2010-2011 aumentano a dismisura le critiche sul capitano giallorosso reo, sempre secondo i bene informati, di “non essere più decisivo” e di “essere finito”. Totti risponde ancora una volta sul campo: segna 15 gol in campionato su 32 partite e supera Baggio nella classifica dei marcatori di sempre del campionato italiano, portandosi a quota 207 gol ed entrando nella leggenda del calcio italiano.
Forse il solo De Rossi avrà l’opportunità di riprovare a giocare e vincere un Mondiale. Sia Perrotta che Totti ormai hanno dato l’addio alla nazionale azzurra. Ormai sono passati cinque anni da quella grande vittoria e le loro avventure non si sono ancora concluse. Tre avventure diverse ma ancora unite dall’amore per i colori giallorossi.