Zeman: "Avrei voluto giocare la finale di Coppa Italia. Florenzi e Pellegrini ottimi nel ruolo di mezzala"
L'ex tecnico della Roma Zdenek Zeman è inteventuto sulle frequenze di Centro Suono Sport, tornando sulla sua esperienza in giallorosso e parlando della situazione della Roma.
Perché non sono arrivati i risultati sportivi in questi anni?
"Oggi per le società il calcio conta sempre di meno, contano di più le finanze. E nonostante contino di più le finanze, si riesce a indebitarsi. Io non sono riuscito a fare quello che volevo"
E perché?
"Io ero praticamente subordinato a un'équipe medica che decideva cosa potevo e non potevo fare. Io avevo Ferola, e l’équipe gli diceva che non poteva toccare i giocatori. Lo staff medico dava quattro giorni per un torcicollo ad un giocatore che per me, con una manipolazione, giocava in cinque minuti. I giocatori davano più retta allo staff medico e dirigenziale che a me".
Dopo due partite buone in campionato si parte per gli Stati Uniti per la sosta natalizia. Lei crede che questo viaggio abbia inciso sul resto della stagione quando era in panchina?
"È la società che decide. Io ero contrario ad andare in America sia in estate che durante l’inverno. L’America è lontana e le ore sono tante. Tornavamo dall’America non c’era neanche il tempo di preparare le partite. Poi però hanno imparato e non ci sono più andati, almeno non durante la sosta natalizia".
Ha il rimpianto di non aver giocato quella finale di Coppa Italia?
"Eh sì, il rimpianto c’è. Ci credevo. La Coppa Italia era sempre qualcosa da vincere, sia per me che per la società".
Cos’è successo con il calcio femminile?
"Io pensavo di aiutare le donne che devono emanciparsi. Non era per offendere le donne, anzi il contrario. A me il calcio femminile non ha mai disturbato e sono contento che cresce. La domanda era sul perché il calcio femminile in Italia sia arrivato dopo e io ho risposto che la responsabilità è della mentalità italiana che vedeva la donna in cucina e basta".
Nella polemica tra Adani e Allegri, a chi si sente di dare il suo appoggio?
"Io penso che l’allenatore sa perché fa una cosa, Adani è diventato un opinionista che pensa di sapere le cose più di altri".
Mi racconta Lorenzo Pellegrini?
"Io l’avevo visto già in Primavera e già si distingueva. Oggi nella Roma è importante perché sa vedere il gioco. Pellegrini è un centrocampista per me, una mezzala. Nella Nazionale per me lui deve fare la mezzala, il ruolo di regista spetta a Verratti. Non do consigli a nessuno, però per me, per come vedo il calcio, questi sono i ruoli".
Florenzi?
"Io l’ho fatto riscattare da Crotone. Andare a Valencia è stata una sua scelta, secondo me. Con me lui giocava mezzala sinistra. Per me l’ha fatto bene: in fase difensiva lavorava anche per Totti e in fase offensiva approfittava delle giocate di Totti".
Kalinic?
"Io penso che il ragazzo abbia problemi. Alla Fiorentina segnava ogni tanto, oggi quando entra non si vede".
Fonseca le piace?
"Io capisco che un allenatore che viene dall’Ucraina possa trovare delle difficoltà, però c’è una differenza tra quello che dice e quello che si vede in campo. L’unica partita bella è stata contro la Lazio, che purtroppo non abbiamo vinto, poi però non ha dato seguito".
Il più forte allenatore del mondo è Klopp?
"Sì, e il Liverpool è la squadra più forte al mondo. Il Barcellona dei tempi d’oro è più forte di questo Liverpool".
Cosa pensa di Gasperini? Le piace?
"A me piace molto, poi secondo me è l’unico che lavora tanto con i giocatori. Gioca un calcio che sfrutta le capacità dei giocatori. L’Atalanta ha fenomeni come Ilicic e giocatori non di livello, ma tutti rendono bene. A Roma non credo avrebbe potuto lavorare in questo modo, avrebbe avuto problemi, come all'Inter".