Soleri: "L'esordio in Champions League un sogno. Andare all'estero mi ha arricchito, ma mi ha anche frenato". VIDEO!

12.04.2020 21:14 di  Gabriele Chiocchio  Twitter:    vedi letture
Soleri: "L'esordio in Champions League un sogno. Andare all'estero mi ha arricchito, ma mi ha anche frenato". VIDEO!
Vocegiallorossa.it
© foto di Antonello Sammarco/Image Sport

L’ex attaccante della Roma Edoardo Soleri, oggi al Padova, è stato il protagonista dell’odierna puntata di A casa dell’ex.

Come va a Padova?
“Sono rimasto qui, i primi casi di Coronavirus sono stati qui vicino, da quando ci sono stati siamo rimasti bloccati qui, facevamo solo il tragitto per il campo di allenamento, ora neanche quello”.

Il tuo campionato si è fermato anche prima della Serie A.
“Alcune partite sono state giocate, le nostre le hanno sospese. Arrivavamo il giorno prima che pensavamo si giocasse e poi annullavano”.

Quanto ti manca il campo?
“Tanto, la quotidianità di tutti i calciatori. Oltre il campo anche lo spogliatoio, gli scherzi, le battute. Manca un po’ tutto”.

Sei un ‘97 ma hai girato diverse squadre.
“Mi piace uscire, provare, ho girato tanto. Ora son tornato in Italia, dopo tutte queste esperienze all’estero mi mancava. Stare chiuso in casa è strano, ma lo dobbiamo fare per il bene di tutti”.

Olanda, Portogallo, Spagna…
“Ho fatto un po’ di Erasmus (ride, ndr)”.

È stata una casualità o fa parte del tuo carattere?
“Mi piace confrontarmi con altre realtà, viaggiare fin da piccolo ha fatto sì che non mi facessi problemi per partire e provare. Esperienze che mi hanno aiutato a crescere a livello umano e calcistico”.

Olanda qualche problema con la lingua…
“Penso che l’olandese sia una delle lingue più difficili che abbia provato a imparare. Ho rinunciato subito. Per fortuna molti parlano inglese, mi sono saputo adattare”.

Volevi fortemente tornare in Italia…
“Essere l’unico italiano all’estero è un po’ difficile. Non dico che ti fanno fuoi, ma l’Italia è più accogliente con gli stranieri, per l’esperienza che ho. Sono contento di essere arrivato qui a Padova, le cose stanno andando bene”.

Ti sei fatto voler bene segnando al Vicenza.
“Ancora mi ringraziano per questa cosa. A parte tutto, mi sto trovando bene. Ho tutte le cose positive per far bene qui”.

Anche il cane hai chiamato in portoghese?
“L’ho chiamato Gordo, sono andato al canile a prenderlo ed era più cicciottello”.

Hai il derby nel destino, in Primavera hai segnato 6 gol alla Lazio in due partite.
“Mi scatenavo! A parte gli scherzi, quell’anno segnai due triplette addirittura”.

36 gol in 37 partite.
“Massara mi mandava il countdown, voleva che ne facessi 35. Una volta quasi arrivato, mi diceva che se non fossi arrivato a 40 sarebbe stato un peccato”.

Il ricordo più bello resta lo scudetto o la stagione successiva con la Coppa Italia e il titolo di capocannoniere?
“C’era anche Zaniolo in quella finale. Me lo ricordo, era il più forte che c’era, ricordo De Rossi che l’aveva preparata su di lui. Si vedeva che fosse fortissimo. A livello personale, la stagione dei 36 gol è stata la migliore, ma il ricordo dello scudetto, quella cavalcata mi rimarrà impressa. Machin che mi taglia i capelli perché avevamo fatto questa scommessa, ci sarebbero tanti altri. Anche la semifinale di Youth League è un bel ricordo, ma lo scudetto è indelebile”.

Durante la stagione dello scudetto ci fu l’esordio in Champions League, a Borisov.
“Il giorno dopo mi sono svegliato e pensavo che fosse un sogno. Pensavo fosse ancora il giorno della partita. Non sarei dovuto entrare, in realtà. Stava per entrare Uçan, mi sembra che Torosidīs segnò il gol del 2-3 e mister Garcia mi disse di tornare a scaldarmi. Appena arrivato alla bandierina mi richiamò per entrare. Mi ero scaldato tutto il tempo, dopo il gol cambiò tutto. Non me l’aspettavo, fui fortunato: forse il momento più bello vissuto. Non avevo nemmeno 18 anni. Una cosa stupenda”.

Cosa ti aspetti dal futuro, in generale?
“Spero di tornare a giocare in quei palcoscenici. Mi sono frenato andando all’estero, sono state scelte che non hanno pagato. Sono migliorato, ma non hanno dato il risultato che avrei voluto. Sicuramente questi sacrifici che ho fatto me li sto ritrovando adesso, spero di raccogliere tutti i frutti di quanto seminato”.