Riccardo Viola: "La Roma pagò l'arbitro di Roma-Dundee"
"La Roma diede a un intermediario 100 milioni destinati all'arbitro Vautrot è vero ed è un fatto vergognoso: però voglio ricordare che lo scandalo lo fece uscire Dino Viola per smascherare il colpevole e la Cupola del calcio". Queste le parole di Riccardo Viola, riportate da Repubblica.it, figlio dell'ex presidente della Roma, Dino Viola.
Coppa Campioni 1984 - La Roma aveva perso la semifinale di andata contro il Dundee (2-0) e doveva rimontare in modo da giocarsi la finale a Roma. La rimonta riesce (3-0), l'arbitro è Vautrot: "Arriva il signor Landini - ricorda Viola - rmanager del Genoa, parla con il Presidente Viola e gli dice: Vautrot è un amico e attraverso un altro mio amico si può arrivare a lui - continua - Ma bisogna dare all'arbitro 100 milioni. Noi rispondiamo: che sicurezza abbiamo che Vautrot prenda questi soldi?". Bisogna trovare un segno convenzionale. "Noi organizziamo una cena con l'arbitro e chiediamo un segnale che effettivamente dimostri che qualcosa di vero in tutto questo c'è. Nel corso della cena arriva un cameriere che si rivolge all'arbitro e dice: 'Il signor Vautrot al telefono'. Quello era il segnale prestabilito. Quando Vautrot, dopo essersi assentato per la telefonata ritorna al tavolo, ci dice: 'Ha chiamato l'amico Paolo e mi ha detto di salutarvì. Allora io mi alzo, chiamo papà (Dino) e gli dico: 'Messaggio arrivato. Tutto questo è stato fatto perché di fronte a una partita del genere dire di no non è facile. Tirarsi indietro poteva avere gravi ripercussioni. Chi fosse l'amico Paolo non l'abbiamo mai saputo. Papà domandava a tutti e in quel periodo c'erano solo due possibili indiziati che si chiamavano Paolo: Casarin e Bergamo. Lui parlò con entrambi, ma finì che entrambi si accusarono a vicenda".