On this day: "Fieri al traguardo"

10.05.2015 11:56 di  Benedetta Lombardi   vedi letture
Fonte: asroma.it
On this day: "Fieri al traguardo"
Vocegiallorossa.it
© foto di Antonello Sammarco/Image Sport

Anche in questa domenica, torna la rubrica On this day, sul sito asroma.it, in cui vengono ripercorsi gli eventi più importanti della storia giallorossa. 

“Fieri al traguardo”

10 maggio 1936 – Palermo, Stadio del Littorio
Palermo-Roma 1-3
Serie A, ultima giornata del girone di ritorno

Ci provò due volte, l’AS Roma. In due città diverse, alle due estremità dello Stivale, in due discipline. Due rimonte gemelle, due modi identici di reagire alle circostanze. Due rimonte chiuse con altrettanti secondi posti, in una domenica 10 maggio 1936 che mise fine ad una stagione sportiva iniziata sotto la stessa identica cappa: quella di un’Italia inevitabilmente imbarcata verso il disastro della Seconda Guerra Mondiale. Mentre a Piazza Venezia Benito Mussolini proclama l’Impero, la Roma gioca per due tricolori. Lo Scudetto della Serie A di calcio, a Palermo, e la Coppa Italia a squadre di ciclismo a Treviso.

Sul circuito veneto il quartetto giallorosso si trova in netto svantaggio, poi recupera posizioni, mette il miglior tempo sul giro, perde Chiappini per infortunio e chiude al secondo posto grazie ai tre superstiti Servadei, Toccaceli e quel Favalli già campione d’Italia tra i dilettanti. Un bel giorno per il ciclismo giallorosso, che già nell’estate del ’35 si era tolto la soddisfazione di scendere al di sotto del record olimpico dell’inseguimento a squadre su pista.

Più lungo l’inseguimento dei calciatori. L’ultimo capitolo è la vittoria per 3-1 sul campo del Palermo: in rimonta, con la firma di Otello Subinaghi e una doppietta di Domenico D’Alberto. La squadra di Luigi Barbesino chiude il campionato al secondo posto, ad un solo punto dal Bologna che batte 3-0 la Triestina grazie alle reti di Miguel Angel Andreolo, del già grande Angelo Schiavio e ad un’autorete di quel Nereo Rocco che grande lo diventerà molto dopo, quando da allenatore siederà sulla panchina del Milan.

La storia di questa straordinaria rimonta inizia nell’estate del 1935. E molto di quanto accadde, forse anche di quanto non fu, lo si deve a tutto quell’universo che sta intorno al rettangolo di gioco e che tornerà a fare prepotentemente capolino il 9 maggio dell’anno successivo, a Piazza Venezia. Le leggi razziali del regime fascista sono lontane ancora tre anni, ma la persecuzione nei confronti degli ebrei è sostanzialmente già in atto e prima dell’inizio della stagione costringe Renato Sacerdoti ad abdicare trasferendo la presidenza dell’AS Roma ad Antonio Scialoja, il quale a sua volta a novembre lascerà il posto ad Igino Betti. Privata del suo numero uno, che tornerà in carica negli anni ’50 affermandosi quantomeno come uno dei più grandi presidenti nella storia del Club, la Roma prima dell’inizio del campionato perde anche i suoi due fuoriclasse argentini: pensando di vedersi imbarcare in direzione del fronte etiopico, Alejandro Scopelli ed Enrique Guaita (campione del Mondo nel ’34 con la selezione azzurra) scompaiono insieme al connazionale Andres Stagnaro privando la Roma di un buon gregario e di due pedine vitali per il quintetto d’attacco. Barbesino fa quello che può e nella prima metà del campionato la squadra giallorossa tutto sommato se la cava: arrivano 6 vittorie, 4 pareggi, 5 sconfitte e la qualificazione ai quarti di Coppa Italia a spese del Foggia.

A cavallo del Capodanno si ha però l'impressione che la Roma sia un castello di carte pronto a venire giù. Un pareggio a Trieste, una sconfitta ad Alessandria ed un'altra a Campo Testaccio contro il Palermo precedono l'eliminazione dalla coppa: Fulvio Bernardini e compagni perdono 1-0 con la Lazio e vengono eliminati, si rituffano sul campionato e vanno a perdere 1-0 sul campo del Toro per poi impattare 0-0 a Roma con il Genoa. Sesti, a 7 punti dalla vetta occupata da Bologna e Juventus, i giallorossi sembrano condannati a doversi conquistare un finale di stagione quantomeno dignitoso.

Succede invece il contrario. A due mesi dall'ultima vittoria in campionato Barbesino e il direttore tecnico Vincenzo Biancone decidono di lanciare un ragazzino scovato qualche tempo prima in un collegio dei Castelli Romani, Dante Di Benedetti, gettandolo nella mischia nella difficile trasferta di Napoli. Al debutto il 19enne va subito a segno ed insieme ad Ernesto Tomasi decide il 2-1 in favore dei giallorossi. E' la prima delle dieci vittorie che la Roma inanella nelle ultime 13 giornate di campionato, mettendo il miglior tempo sul giro del girone di ritorno. Dopo Napoli c'è il derby e la Roma lo vince 1-0 con gol di Renato Cattaneo, poi una brutta sconfitta in casa dell'Inter viene immediatamente dimenticata con un 3-0 al Bari, un 2-1 in casa della Fiorentina e quindi con l'1-0 sul Bologna a Campo Testaccio: decide ancora Cattaneo, con un gol che porta i giallorossi a -3 dal terzetto di testa inserendo definitivamente la Roma nella corsa allo Scudetto.

Dopo un pareggio a reti bianche con il Milan, la squadra giallorossa sbanca per 3-1 il campo di un’altra pretendente al tricolore – la Juventus – grazie una doppietta di Di Benedetti e un altro gol di Cattaneo portandosi a -2 dal Bologna, ora secondo ad un punto dal Torino. Il campionato si ferma per una settimana, ma dopo la sosta la Roma vince ancora (2-0 alla Sampierdarenese) mentre il Bologna vince lo scontro diretto al vertice scavalcando il Toro. La giornata successiva lascia inalterate le distanze, che si riducono ad un solo punto quando nel terzultimo turno la Roma piega la Triestina 1-0 approfittando del pareggio del Bologna a Bari. Il gol che sa di sogno è di Di Benedetti, che va a segno altre due volte una settimana dopo quando la Roma si sbarazza dell'Alessandria per 3-1 (come a Torino con la Juventus due gol di Dante e uno di Cattaneo) mentre il Bologna batte il Palermo 1-0 con un gol dopo appena due minuti di Miguel Angel Andreolo.

Il dieci maggio è proprio Palermo l’ultima tappa dell’incredibile campionato romanista. Tra gli undici giallorossi in campo, nessuno si fa tradire dalla paura quando i rosanero chiudono in vantaggio il primo tempo: finirà 3-1 per la Roma, una vittoria che per gli almanacchi ha l’unico effetto di condannare alla retrocessione i siciliani. Per la Roma e per una squadra che dà tutto, seconda in campionato per la seconda volta dopo 9 stagioni di attività, è una stagione di cui andare fieri. 


Nati oggi (i dati statistici si riferiscono al totale delle competizioni ufficiali)

Vittorio Dagianti, 10 maggio 1919 a Roma - Centrocampista, 49 presenze e 5 gol