Nazionale, Conte: "De Rossi centrale con la possibilità di scalare in difesa"
Il c.t. dell'Italia, Antonio Conte, ha rilasciato un'intervista a La Gazzetta dello Sport. Vocegiallorossa.it ve ne propone uno stralcio.
Modulo unico per tutte le Nazionali?
"Nelle Under c’è un sistema definito, il 4-4-2 o il 4-2-3-1 nelle sue declinazioni. Ma per me contano più i principi dei numeri. E cioè: 1) voler fare noi la partita; 2) essere corti, intensi, aggressivi; 3) recuperare subito palla. Si prosegue sul lavoro già cominciato. Potremmo usare una Nazionale come l’Under 17 per svolgere sempre esperimenti in amichevole".
A proposito di moduli: il 3-5-2 è stato considerato da alcuni troppo difensivo.
"E questo mi dà fastidio. La mia Juve è sempre stata propositiva. Il 3-5-2 è un’evoluzione offensiva del 4-2-4 perché attacca con cinque uomini invece di quattro: due esterni, due punte e un centrocampista incursore. Ho un progetto a lunga scadenza: rispetto alla Juve, che sugli esterni aveva un difensore e un centrocampista, mi piacerebbero due esterni che facciano male in attacco e poi, in fase difensiva, chiudersi a quattro con il centrocampista centrale che scala in difesa e i laterali che diventano esterni della mediana a quattro".
Nomi per gli esterni ci sarebbero, da El Shaarawy a Berardi a Insigne…
"Berardi sì, ma lasciamolo crescere. El Shaarawy ora sta bene fisicamente: due anni fa contro la Juve è stato impressionante, è tecnico, veloce, completo, può diventare top. Se mi dà la sua disponibilità… Candreva, naturalmente. Maggio è abituato a quel ruolo. Insigne ha gran talento, è geniale nell’uno contro uno, può crescere tanto, ma non è facile giocare nella propria città".
Balotelli in Inghilterra cambia qualcosa?
"Niente in prospettiva azzurra. E non ho preconcetti né favoritismi nei confronti di nessuno. Se andare in Premier sia una scelta positiva o negativa non so, ma so che chi arriva in Nazionale deve poi meritare di restare. Conta più l’uomo del calciatore. Io ho sempre puntato sugli uomini. Li valuto dai piedi al collo, anzi dalle caviglie sennò poi dicono degli sponsor (ride, ndr ). Non guardo in faccia. E non transigo: dovremo essere squadra per fare qualcosa di importante. Il talento viene dopo, prima devi metterti a disposizione del gruppo, sennò…".
In che senso?
"Da giocatore, quando mi arrivava la palla, non sapevo cosa fare: non ero Zidane o Del Piero. Stoppavo, mi guardavo intorno e i fischi arrivarono presto. Perciò voglio dare a gente meno dotata tecnicamente, come me, la possibilità di soluzioni memorizzate che consentano di inserirsi nel gioco, sapendo prima dove andrà la palla e dove prenderla: così il meno forte diventa più forte. Io avevo corsa, inserimento, colpo di testa, ma l’assist era un problema".
Possibile la convivenza con Verratti?
"Verratti è un talento, ha fatto un buon Mondiale, sono curioso di allenarlo e vedere dove può giocare. Nasce trequartista, ha attitudini offensive. A centrocampo voglio un centrale e poi gente “di gambe” come Pogba, Marchisio e Vidal che si inserisca e faccia due fasi, dinamica e non statica. E quindi vedo De Rossi centrale con la possibilità che, in fase difensiva, scali per comporre la difesa a quattro".